Il filosofo Illiceto ha presentato il suo libro che rivisita la famosa parabola in chiave attuale. Don Bedin: "L'immigrazione non è un pericolo per la cristianità"
Il figliol prodigo e l’umanità che affonda con i barconi
Tre bulli lo avrebbero 'preso di mira' quotidianamente, costringendolo a vivere con agitazione, ansia e paura le ore di lezione sui banchi di scuola, arrivando anche a mettergli le mani addosso fino a mandarlo all'ospedale con l'ambulanza
Si attende la fissazione dell'udienza preliminare del processo per l'incidente mortale in cui perse la vita Miz Mohamed Fawzy Abdou, operaio edile 36enne di nazionalità egiziana, impegnato in un cantiere per la ristrutturazione col Superbonus 110% di un palazzo in via Borgo Punta, al civico 187
Una bella storia da 25 Aprile. Ci sarà una pietra d'inciampo in ricordo di Aladino Govoni. Aladino Govoni, figlio del poeta Corrado Govoni, prima militare e poi partigiano, fu una delle vittime dell'eccidio delle Fosse Ardeatine ed è stato insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria
"L'idrovia così com'è stata pensata non si farà mai, non sarà mai effettivamente funzionante e sfido chiunque a pensare che le navi di IV classe europee possano passare sotto il ponte di San Giorgio". A dirlo, durante la IV commissione presieduta da Tommaso Mantovani (M5S) è Georg Sobbe titolare de La Nena sas
Per far fronte all’emergenza granchio blu serve la nomina di un commissario straordinario per avviare campagne intensive di cattura, incentivando i pescatori, ripristinando gli habitat lagunari nel delta del Po e riavviando le attività di allevamento con una campagna di semina
di Mattia Vallieri
La rivisitazione di una delle parabole più famose del Vangelo in chiave attuale per spiegare come la nostra epoca non sia poi così distante da quella in cui visse Gesù. È questo quello che ha provato a fare il filosofo Michele Illiceto con il suo libro ‘La parabola del terzo figlio. Il figliol prodigo nel post moderno’ presentato alla sala della Musica.
“Oggi è l’11 giugno 2016 ed esattamente un anno fa i tg davano notizia del ritorno sulla terra della Cristoforetti, il servizio successivo mostrava un muro di soldati che non facevano passare i migranti al confine di Ventimiglia”, introduce Raffaele Rinaldi (Associazione Viale K), eventi questi che a suo dire “mostrano come da una parte l’uomo riesce a crearsi il paradiso in terra e subito dopo l’inferno”. La riflessione di Rinaldi prosegue e si articola: “La vera ricchezza si è costruita quando l’uomo ha deciso di uscire dalle caverne, oggi invece assistiamo a un cinismo che ci squalifica come persone, in un mondo in cui solidarietà e misericordia vengono visti come buonismo lacrimevole e acritico”.
La parola passa all’autore del libro che inizia a raccontare il suo lavoro: “Ho voluto rileggere la parabola del figliol prodigo in ottica post moderna, chiedendomi chi è questo figlio giovane che va via di casa? E il figlio maggiore oggi da chi è rappresentato?”, si domanda Illiceto.
Addentrandosi nella parabola il filosofo spiega la decisione del padre di far partire il figlio minore sostenendo la tesi che “l’amore non è possedere ma prendersi cura degli altri e i casi di femminicidio ci fanno capire che tante persone ragionano come tu esisti perché ci sono io, ma noi non siamo padroni di nessuno”.
Si passa poi ad affrontare la questione della dignità che il figliol prodigo “perde in un porcile, oggi noi stiamo dimenticando la nostra umanità nei barconi che affondano e nello sfruttamento” continua il suo affondo Illiceto, il quale poi si sofferma sul perdono del padre verso il figlio visto come “un nuovo inizio che si scontra invece con l’ipocrisia del figlio maggiore che è quella di tanti cristiani che credono di avere Dio in tasca ma non si rendono conto che lo scopo di un cristiano è quella di aiutare e perdonare il prossimo”.
“Questo racconto di Gesù è basato sull’amore di un padre verso il figlio, di un figlio verso il padre ma anche di un fratello verso l’altro, per questo il peccato del fratello maggiore è più grande perché se ami Dio non puoi non amare il prossimo”, dichiara l’autore del libro.
Le conclusioni sono di don Domenico Bedin che sottolinea come “è fondamentale vedere l’emergenza profughi come nuova sfida per l’umanità e non è assolutamente vero che l’immigrazione mette in pericolo la cristianità, al contrario dobbiamo essere accoglienti e aprirci a nuove culture”.
“Come Associazione Viale K – commenta don Bedin – stiamo facendo diverse azioni come mettere fiori in carcere, far imparare l’italiano ai bambini che arrivano da noi e acquistare un immobile in un posto difficile con il sogno di creare un luogo per far incontrare le persone che abitano lì: credo che questa sia misericordia”.
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