Attualità
31 Maggio 2016
L’assessore Serra fa da mediatore. La richiesta arriva da prefettura e questura

Ordinanza anti-alcol, tutto in 48 ore

di Redazione | 3 min

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P1040149BOrdinanza anti-alcol, qualcosa si muova. Si è tenuto ieri pomeriggio l’incontro tra l’assessore Roberto Serra e le associazioni di categoria degli esercenti, preoccupate per i possibili danni che i nuovi limiti di vendita di alcolici e di orari da giugno a settembre potrebbero arrecare ai propri iscritti.

I limiti per il cosiddetto “entro mura”, fa sapere l’assessore, discendono da “un percorso che, al di là della volontà del sindaco, deriva da indicazioni precise che ci sono arrivate e che verificherò domani (oggi, ndr)”.

Indicazioni che arriverebbero da prefettura, questura e Arma dei Carabinieri. “Con loro farò un passaggio ulteriore” si limita a dire Serra, che precisa che “se c’è un problema in una determinata area non lo si può sottovalutare. In un paio di giorni avremo comunque un quadro definitivo”. Il che non significa un approdo sicuro per i commercianti: “se avremo indicazioni negative – precisa Serra – non potremo allontanarci dalle posizioni già assunte e spiegate nella tabella”.

Il provvedimento, pur facendo salvi gli orari di apertura e chiusura degli esercizi pubblici e formalmente la loro libertà di vendita di alcolici, impone – nel centro storico – dei limiti al consumo di alcol e, almeno indirettamente, anche alla vendita: chiusura obbligatoria degli esercizi di vicinato e medie-grandi strutture dalle 23 alle 6; il divieto di consumo di alcolici su suolo pubblico (distese escluse) dalle 24 alle 6; chiusura obbligatoria degli esercizi artigianali dall’1 alle 6 e divieto di vendita alcolici a partire dalle 24.

L’ordinanza, ancora in fase di bozza, potrebbe essere modificata in modo rilevante entro le prossime 48 ore. Serra in questi due giorni farà la ‘spola’ tra esigenze rilevate dalle autorità di pubblica sicurezza, diritti dei residenti ed esigenze dei commercianti. “Gli esercenti – spiega – hanno capito che non è una iniziativa fatta contro di loro. Il problema di alcune zone del centro esiste. È diverso da quello della Gad, ma esiste. E si sostanzia in disturbo della quiete pubblica ed episodi, non così rari, di ubriachezza molesta. A questo si aggiungono le esigenze dei residenti, che hanno tutto il diritto di godersi il riposo nelle ore notturne”.

Tutte questioni dibattute ieri al tavolo di confronto, “un momento tardivo – ammette l’assessore al commercio -, ma non per colpa nostra. L’appuntamento previsto per discutere con i diretti interessati dei nuovi limiti era martedì scorso. Purtroppo si sono presentati solo dei funzionari delle associazioni e non gli imprenditori che compongono il quadro sindacale delle stesse, che avrebbero potuto dare il proprio contributo già in quella occasione”.

Ieri invece al tavolo, oltre all’assessore e al capo di Gabinetto Giovanni Lenzerini, erano presenti Matteo Musacci e Giorgio Zavatti dell’Ascom, Riccardo Cavicchi di Cna, Paolo Cirelli di Confartigianato e Luca Callegarini di Confesercenti. Tutti sono concordi nel ritenere l’incontro di ieri un “punto di incontro” tra opposte richieste.

“Abbiamo illustrato al Comune le probabili ripercussioni sulla città e sulla categoria dei commercianti di una tale ordinanza – espone Musacci -. Non abbiamo ricevuto una risposta definitiva, ma l’assessore ci ha ascoltato con interesse. Ha capito che non si può chiudere una città che vive soprattutto d’estate”.

Il prossimo appuntamento è fissato per domani, mercoledì, alle 8, quando “ci diranno quello che è stato deciso – prosegue Musacci -. L’ordinanza si basa soprattutto su quanto segnalato da prefettura e questura all’amministrazione comunale”.

A margine della riunione trapela la sensazione che l’incontro abbia soddisfatto le associazioni di categoria. Fino a che punto non è dato sapere, anche se voci insistenti ipotizzano, o auspicano, che tutto nell’entro-mura possa non subire variazioni, eccezione fatta per quelle attività finite sotto la lente di ingrandimento delle forze di sicurezza per motivi di ordine pubblico.

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