Lettere al Direttore
30 Maggio 2016

Meglio la confusione delle contrade o il deserto?

di Redazione | 3 min

Sabato in tutte le contrade grandi feste e cene propiziatorie alle vittorie al Palio, tante persone si divertono, esorcizzando, perché a Ferrara, Maggio è il mese del Palio, dove otto Contrade si sfidano in Piazza Ariostea nelle quattro corse, Putti, Putte, Somari, Cavalli.

Una tradizione di cui si ha memoria fin dal 1200, con le corse sulle strade della città medievale prima, e su quelle della città rinascimentale poi.

Oggi nella sede diventata storica di piazza Ariostea, interrata proprio per le corse al Palio, fin dagli anni trenta del secolo scorso e dagli anni sessanta nella sua forma definitiva di “Rievocazione ” del Palio straordinario corso nel 1471 e dedicato al ritorno a  Ferrara del duca Borso. A maggio Otto Contrade si sfidano, bandiere, musica, cortei, teatro, danza, putti, Putte, somari, Cavalli.

Otto contrade che “dividono” in borghi e rioni la città. Una (la mia, san Giacomo) su un territorio bello ed importante del quale è parte principale il quartiere Giardino (zona stazione – stadio). Questo quartiere è un bel quartiere, veramente bello, ricco di giardini, di verde, di alberi, ma alla sera va in letargo, lasciando le sue strade, le sue piazze, i suoi giardini in mano a chi fa della notte il suo business…

L’unico vero “presidio sociale” è la Contrada di san Giacomo, con i suoi bambini e la loro allegria, con i suoi ragazzi e la loro esuberanza, con i tanti uomini e donne che non hanno dimenticato la goliardia e la voglia di stare insieme, facendo cose serissime per la Contrada, il quartiere, la città organizzando eventi, partecipando a convegni, percorsi didattici nelle scuole, serate culturali, sociali, sanitarie, trovando sostegno e collaborazione dalle istituzioni e dalle forze dell’ordine e goliardica baldoria quanto basta… La contrada con la sua allegria è oggi rimasto l’unico luogo aperto a tutti praticamente tutti i giorni dell’anno.

he nevichi, piova, ci siano 40 gradi, tiri vento o altro ancora noi ci siamo. L’amministrazione ci chiede di partecipare, organizzare, fare, noi facciamo, convinti che il contrasto a certe situazioni di disagio che il quartiere subisce, siano risolvibili anche attraverso la nostra presenza.

Ieri sera, sabato pre Palio, come in tutte le contrade estensi, tanta gente alla cena Propiziatoria, soci, amici, ospiti, autorità, i nostri Campioni, il parroco della parrocchia di san Giacomo, che prima di essere il Parroco don Matteo è l’amico Matteo, poi tanti, tantissimi bambini come nella nostra tradizione, ed allegria tanta allegria!
Ovviamente sapendo che la festa durerà almeno fino a mezzanotte (….è sabato) chiediamo, ed otteniamo, al Comune una deroga al limite del rumore (per il “disturbo” che potremmo arrecare al vicinato). carramba!!
……..alle 11,30 arriva l’ispezione della Polizia Municipale che ovviamente, pur noi consapevoli del fatto che stanno facendo il loro impagabile lavoro, crea apprensione e tensione. Ovviamente non possono fare altro che verificare che tutto è in regola, la festa può continuare, qualcuno saluta guardando la pattuglia di traverso e si torna alla festa.

Poi, ovviamente, partono i soliti commenti che sintetizzo: ma come, noi abbiamo tutto in regola e ci vengono anche a rompere le balle ma perché non vanno a controllare spaccini e puttane? So che è troppo facile fare commenti del genere, ma chiedo, a QUELLA persona che ha chiamato il Comando per lamentarsi della nostra confusione, se anche noi come 9 esercizi su 10 chiudessimo alle 19 cosa sarebbe del nostro bellissimo quartiere Giardino?

Non chiedo a tutti di condividere la passione del Palio, le bandiere, i musici, la danza, le spade, i Cavalli…..ma chiedo ai miei concittadini residenti nel quartiere Giardino (io abito in via Ortigara) se non sia meglio quel po’ di confusione che la Contrada fa ogni tanto, rispetto al deserto dei “gobbi”???… e visto che in fondo siamo un po’ quelli della notte, molto vicini all’allegria di Renzo Arbore, chiudo con un bel “meditate gente, meditate”.

Gigi Braghiroli

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