È stato arrestato a Matera, nella casa dei genitori, dove da giovedì aspettava che le acque si calmassero. A. R. si era allontanato da Ferrara il giorno successivo al suo ultimo atto di vandalismo, il fin troppo noto incendio del portone della Bibilioteca Ariostea con imbrattamento dei muri circostanti, ma gli elementi raccolti sul suo conto dagli inquirenti erano ormai decisivi, e questa mattina il 30enne pugliese (originario di Bari) è stato arrestato e sottoposto agli arresti domiciliari a Matera, in attesa del giudizio per i casi di stalking, danneggiamento e imbrattamento di beni monumentali che lo hanno visto protagonista.
A disporre la misura cautelare è il pm Alberto Savino, al termine del lavoro di indagine di carabinieri e polizia di Stato, che da almeno un mese e mezzo raccoglievano denunce e segnalazioni sui comportamenti sempre più ossessivi di A.R.: “Assicurare alla giustizia in tempi rapidi questa persona – spiega il questore Antonio Sbordone – non è stato facilissimo, soprattutto perchè si trattava di raccogliere nel più breve tempo possibile le prove e gli indizi necessari a far emettere alla procura una misura cautelare. So che il nome e il cognome di questa persona circolavano in città e che in molti si chiedevano come mai fosse ancora in libertà, ma per disporre gli arresti domiciliari sono necessari elementi probatori, e credo anche giustamente perchè in caso contrario basterebbe una denuncia per far scattare le manette verso chiunque”.
Gli inquirenti hanno confermato il movente del vandalo-stalker di cui già si accennava nei giorni scorsi: il giovane era stato assunto in biblioteca per un anno nel febbraio 2015 attraverso il programma Garanzia Giovani, ma al termine del contratto non aveva ottenuto il rinnovo. Già durante il periodo in biblioteca alcuni colleghi avevano fatto presente al direttore Enrico Spinelli alcuni comportamenti strani o ossessivi del 30enne, che a quanto risulta era già stato protagonista di episodi di stalking nel 2014 verso la propria ex ragazza. Dopo il mancato rinnovo in biblioteca la situazione precipita: il 13 aprile fa irruzione nell’ufficio del direttore lamentandosi della sua decisione e sbattendo la propria documentazione sulla scrivania, il giorno successivo viene denunciato il primo imbrattamento dei muri e subito dopo, il 15 aprile, Spinelli si accorge di essere pedinato. La notte successiva avviene il primo incendio del portone della biblioteca.
Nel frattempo A.R. aveva cominciato a creare scompiglio anche in altri luoghi: gli uffici del Servizio Giovani del Comune e la Caritas di Ferrara, il cui direttore ha sporto denuncia insieme, anche per i suoi tentativi di asfissiante ‘corteggiamento’ verso due ragazze dello staff. Nel frattempo continuano telefonate ed sms nei confronti di Spinelli e del personale della biblioteca, dove il 19 maggio viene riconosciuto anche come l’autore di una telefonata anonima. Il giorno successivo si presenta invece di persona e a volto scoperto, lanciando una pietra contro un vetro e della vernice blu contro una targa storica, per poi essere nuovamente notato da Spinelli mentre tenta un appostamento vicino alla sua abitazione. Il 25 maggio avviene l’ultimo clamoroso episodio: portone ancora a fuoco e i cognomi dei nemici’ alla Caritas scritte con la vernice blu sui muri.
A.R. viveva a Ferrara con i due fratelli, che dopo la laurea hanno trovato lavoro in città. È stato proprio uno di loro ad aprire la porta agli agenti di polizia che ieri sera si sono presentati per una perquisizione domiciliare: gli inquirenti lo descrivono come “visibilmente imbarazzato, ma molto collaborativo”. Nella casa sono stati trovati secchi, pentole e indumenti ancora sporchi di vernice blu, oltre a una tanica di benzina verosimilmente utilizzata per dar fuoco al portone della biblioteca.
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