Eventi e cultura
27 Maggio 2016
Un'esposizione per scoprire la positiva trasformazione delle chiese dopo il restauro

Oltre il sisma: una mostra a 4 anni dal terremoto

di Redazione | 3 min

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Secondo terremoto in Emilia. Le panoramiche in alta risoluzione dall'elicottero dei Vigili del FuocoPer ricordare il terremoto del 20 e 29 maggio 2012, l’Ufficio Tecnico Diocesano presenta la mostra “Il sisma e oltre. Oltre il sisma” che verrà inaugurata martedì 31 maggio alle 17 presso la sala degli stemmi nel palazzo Arcivescovile, dove rimarrà esposta fino a fine giugno.

La “ricostruzione” e la “rievocazione” appaiono oggi le due facce della stessa medaglia. Non è possibile, infatti, presentare un avvenuto restauro senza andare con la mente agli anni precedenti, soprattutto quando un evento catastrofico, violento e imprevisto come il terremoto ha prodotto una profonda scissura tra il primo e il dopo. Non è possibile non ripercorrere passo passo il lungo cammino che ha portato alla realizzazione del progetto di restauro e non riviverne le grandi difficoltà incontrate.

“Sono passati quattro anni da quelle terribili giornate che hanno sconvolto il nostro animo e reso compromessa gran parte del patrimonio produttivo e culturale dell’Emilia – ricorda don Stefano Zanella, direttore dell’Ufficio Tecnico dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio -. Tuttavia abbiamo saputo reagire grazie anche al risveglio del desiderio di Dio che gli edifici chiesa, chiusi dopo il sisma, hanno continuato a presentarci pur nel silenzio delle ferite sui muri della loro imponente mole”.

Il sisma è stato un evento che ha trovati impreparati la chiesa e la società civile; all’iniziale disorientamento è però seguito il pronto impegno di veramente tanti per l’adozione sollecita o immediata dei provvedimenti legislativi e non per la ricostruzione. In questi quattro anni l’Arcidiocesi è stata tra gli attori protagonisti della ricostruzione, tanto da essere equiparata agli enti pubblici, non fosse altro per la quantità e qualità dei beni culturali investiti dalla tragedia e di cui deve avere cura.

“In questi anni alcune chiese sono state riaperte grazie al contributo ricevuto dalla Regione; c’è però ancora tanto da fare; molti percorsi da migliorare e semplificare per rendere più snella la procedura per ottenere i permessi per il ripristino strutturale degli edifici di culto – prosegue don Zanella -. Nonostante le difficoltà è doveroso riconoscere che ci sentiamo soddisfatti del cammino fino qui compiuto. In questi anni siamo riusciti a creare e consolidare un fattivo dialogo con lo Stato e la Regione: la Chiesa non è un’istituzione fine a sé stessa, ma il protagonista vitale della solidarietà e della cultura, non solo in Italia”.

La mostra si propone di far conoscere, in un “percorso di riscoperta”, la positiva trasformazione apportata ad alcune chiese, le maggiormente danneggiate, in seguito agli interventi di restauro architettonici e strutturale cui sono state sottoposte.

Non è una mostra solo descrittiva: vuole portare all’attenzione della città la “nuova” immagine assunta da queste chiese grazie al contributo della Regione Emilia Romagna e delle popolazioni delle loro parrocchie, facendo conoscere le sensazionali scoperte a cui i lavori di restauro hanno portato; tra queste gli affreschi rinvenuti a Boara e nella chiesa maggiore di Bondeno, una pagina, meglio una copiosa documentazione d’arte e di fede che il tempo aveva coperto ma non cancellato.

“La ricostruzione non è ancora finita” e per questo la mostra non si limita a presentare gli interventi realizzati. Nella seconda parte sono proposti i progetti che prevedono le sale del palazzo Arcivescovile come nuova veste di museo diocesano e un progetto culturale riguardante la riapertura del campanile della cattedrale di Ferrara. Un’impresa, quest’ultima, che vuole essere una risposta ad una lacuna urbana attraverso la realizzazione di una struttura che consenta l’accesso al campanile, e lo restituisca così alla cittadinanza ferrarese.

“Augurandoci che l’esposizione possa riscuotere la partecipazione e l’interesse dei visitatori – conclude don Zanella – ringraziamo coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione: architetto Benedetta Caglioti in qualità di direzione artistica, e alla generosità di Alchimia-laboratorio di restauro di Cavezzo, Leonardo-analisi restauro e manutenzione di Casalecchio di Reno, Versab Restauri di Badia Polesine, EdilArva srl di Ferrara, Consorzio stabile Cosis di Spoleto, Ibf costruzioni di Ferrara, Cesa srl di Città di Castello”.

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