Attualità
26 Maggio 2016
Presentato il progetto del portale MuseoFerrara sviluppato dalla Giunta e dalla classe V B dell'Aleotti

Un ‘cantiere’ per riscoprire il Grattacielo

di Redazione | 5 min

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Si è tenuta questa mattina, giovedì 26 maggio, nella residenza municipale, la conferenza stampa di presentazione e inaugurazione del cantiere “Il Grattacielo” del portale MuseoFerrara, progetto sviluppato dagli assessorati comunali alla Cultura e all’Urbanistica insieme alla V B dell’Istituto tecnico G.B. Aleotti. L’Istituto superiore cittadino si è impegnato nella ricerca storica e tecnica per riportare alla luce le potenzialità strutturali del colosso ferrarese. Un vero e proprio cantiere di ricerca che per la prima volta ha coinvolto una classe di studenti guidati dai loro insegnanti.

All’incontro con i giornalisti sono intervenuti il vicesindaco Massimo Maisto, l’assessora all’Urbanistica Roberta Fusari, il direttore di MuseoFerrara Giovanni Lenzerini, la docente dell’Istituto tecnico “G.B.Aleotti” Paola Di Stasio insieme agli studenti della 5.a B.

A differenza di quello che è diventato, il gigante in fondo a viale Cavour sorse come un vanto per la Ferrara di allora. Una difesa del suo presente. Era il simbolo di una città che voleva condividere la spinta verso il moderno, dovuta al boom economico dopo la guerra e alle influenze straniere. Senza lasciare indietro, però, il passato, tanto che gli architetti romani che lo hanno progettato si sono ispirati anche alle torri medievali della vicina Bologna. Fu una riscossa per il ceto medio locale, per la cura riversata sui dintorni, e si nota ancora da certe rifiniture dentro e fuori gli appartamenti. Il grattacielo una volta ospitava quasi duecento famiglie e trenta attività commerciali intorno ai suoi ingressi.

«MuseoFerrara diventa un museo partecipato – dichiara il vicesindaco Massimo Maisto – in collaborazione sì con gli esperti in materia culturale e turistica, ma anche con i nostri ragazzi. È evidente come questo cantiere condensato di nozioni su un passato che si tende a trascurare, il passato dei nostri genitori, abbia una finalità formativa che non vuole togliere nulla al presente. Al di là del coinvolgimento e della riscoperta di un luogo articolato, accompagnando in loco insegnanti e studenti, questi ultimi hanno preso confidenza con gli strumenti di ricerca, ma di più, con chi abita la zona tutti i giorni e ne conserva la memoria storica». La scelta del luogo non è stata casuale, il cantiere tematico è volutamente forte proprio perché non ha il compito di giudicare, di suggerire soluzioni per il domani; anzi, vuole semplicemente far conoscere alle nuove generazioni un contesto spesso lasciato ai margini, liberandolo dai pregiudizi. Lo studio lo consente:«È una parte importante di Ferrara – aggiunge Maisto – che non merita di essere notata solo come sede di degrado, ma testimonia con la sua mole la carica di aspettative e di speranze che hanno mosso la generazione precedente».

La prospettiva che s’inquadra nitida dalla vetta delle due torri è unica e ineguagliabile. «È doveroso rispettare i proprietari che sono rimasti lì – prosegue Roberta Fusari, assessore all’urbanistica – perché non hanno mai smesso di crederci. Quando fai un complimento al grattacielo, alle pareti della loro giovinezza, sono contenti. Nella città dell’Addizione Erculea, hanno pensato a un punto strategico dove collocarlo. La questione oggi si è spostata all’assetto corale della pianta cittadina. Il valore non è più di un edificio in sé, in quanto tale, bensì in relazione all’armonia generale. Abbiamo fatto i conti con certe altezze di ieri e, oggi, dobbiamo misurarci con un modo di vedere la realtà differente – e conclude – più lungimirante e responsabile in termini di sostenibilità ambientale e accessibilità, oltre che di impatto estetico alle porte di Ferrara».

Il cantiere di ricerca dedicato al grattacielo, in coerenza con le prospettive del portale MuseoFerrara, intende fornire un’istantanea di uno dei più contestati angoli della città, approfondendo il ruolo che il grattacielo ha assunto nella storia di Ferrara, dal momento dell’inaugurazione, 14 maggio 1958, sino al dibattito attuale, che hanno subito il rapido cambiamento della percezione sociale, dei costumi e, di conseguenza, anche del ‘gusto’ collettivo. Una sovrapposizione di progetti architettonici e urbanistici che si sono persi nella memoria collettiva. Di tracce che rimangono sfuocate nella conformazione attuale del luogo. Obiettivo del progetto è riconsegnare alla storia quelle tracce, come patrimonio di conoscenza comune, senza proporre soluzioni o scenari futuri che non sono nelle competenze del gruppo di lavoro, la classe V B dell’Istituto tecnico “G. B. Aleotti”, né rientrano tra gli obiettivi del progetto MuseoFerrara.

Sotto la guida della docente Paola Di Stasio, gli studenti hanno lavorato sia insieme, sia singolarmente, ma sempre coordinandosi. La ricerca individuale sui documenti, sviluppata nelle ore extrascolastiche, li ha condotti ad acquisire consapevolezza di risorse cittadine quali l’Archivio storico locale, l’Archivio di Stato, l’emeroteca della Biblioteca “Ariostea” e il catasto. La bibliografia del cantiere, inoltre, si è basata su saggi cardine della nostra tradizione urbanistica, scorrendo da Bruno Zevi a Riccardo Bazzoni e Paolo Ravenna, da Carlo Bassi e Paolo Zappaterra, sino a Carlo Savonuzzi e ad Annalisa Trentin, per contestualizzare il fenomeno a livello regionale. Senza tralasciarele ultime tesi sviluppate presso le Facoltà di Architettura e Ingegneria dell’Università di Ferrara. La redazione definitiva dei contenuti è poi avvenuta in aula, sotto la supervisione dello staff di MuseoFerrara, che da febbraio si è recato a scuola e si è messo a disposizione dei ragazzi. L’apice per loro è stato raggiungere il tetto del Grattacielo, potendosi così godere lo skylineferrarese, oltre a visualizzare in lungo e in largo l’edificio e i dintorni, i sotterranei, e per ascoltare chi lo vive quotidianamente.

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