Eventi e cultura
25 Maggio 2016
A Roma con gli obbligazionisti e azionisti 'bruciati' dal salva-banche anche il sindaco Tagliani e il presidente della Holding Paramucchi

Carife. Azzerati a colloquio con il Governo: “Pochi margini di manovra”

di Redazione | 3 min

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Da sinistra: Marco Cappellari, Enrico Morando, Tiziano Tagliani e Mirko Tarroni

Da sinistra: Marco Cappellari, Enrico Morando, Tiziano Tagliani e Mirko Tarroni

“Spazi ridottissimi di manovra e di ragionamento e tanta incertezza”. Mirko Tarroni (Azzerati Carife) Descrive così l’esito dell’incontro avuto Roma con il viceministro all’Economia Enrico Morando nel pomeriggio di martedì.

Molto sembra giocarsi sulla ricerca dell’acquirente della Nuova Carife: “Non c’è certezza sull’acquirente e la fretta di dover vendere entro settembre – spiega Tarroni -. Ma in questo frangente in cui è stato confermato l’interesse solo da parte di gruppi esteri, il Governo non può esercitare quella ‘moral suasion’ che aveva promesso sul riconoscimento di qualcosa agli azzerati”.

Il gruppo – era presente anche Marco Cappellari di Amici di Carife – ha chiesto se sia possibile far intervenire il neonato fondo Atlante per l’acquisto delle sofferenze, ma anche in questo caso la risposta denota difficoltà: vanno verificati i fondi a disposizione e, in più, oggi le banche in crisi sono molte più delle quattro finite in risoluzione nel novembre scorso. Tarroni parla di “piccola apertura” sulla possibilità di riconoscere qualcosa agli azzerati non inclusi nel decreto sugli indennizzi (azionisti e e obbligazionisti subordinati che non rispettano i criteri individuati dal decreto) utilizzando le eventuali plusvalenze generate con la vendita delle sofferenze. Un’operazione nient’affatto semplice e che, osserva Tarroni, “ancora non è normata”.

Parere negativo sull’ipotesi warrant, legato alle difficoltà di vendere la vecchia Carife: un onere del genere creerebbe solo un appesantimento nella fase di vendita e potrebbe scoraggiare l’eventuale acquirente.

Se Tarroni ribadisce i “margini di manovra ridotti all’osso”, qualcosa in più potrebbe arrivare per gli obbligazionisti subordinati: “Il sottosegretario Pierpaolo Baretta ci ha spiegato che stanno lavorando sulla possibilità di allargare le maglie sulle condizioni di accesso ai rimborsi per gli obbligazionisti”. Ma, anche qui, c’è stato un intoppo tra quanto proposto dagli “Azzerati” e quanto effettivamente sul tavolo: “Abbiamo insistito sull’allargamento della base titoli sulla quale procedere per i rimborsi: vogliamo che corrisponda ai titoli effettivamente detenuti alla data della risoluzione”. Questo perché, anche se non è ancora molto chiaro, il rischio è che con il rimborso previsto all’80%, gli obbligazionisti ferraresi che negli anni hanno già ricevuto dalla banca il rimborso delle quote pari a quella percentuale si vedano negata la propria istanza per la quota rimanente e, dunque, perderla senza appello.

All’incontro erano presenti anche il sindaco Tiziano Tagliani e il presidente della Holding Ferrara Servizi, Paolo Paramucchi. “Con il sottosegretario Baretta – spiega il sindaco – abbiamo parlato dell’articolo 9 comma 3 del decreto (quello che riguarda l’indennizzo forfettario) che non ci convince”. Con Morando si è parlato delle prospettive delle nuove Banche e del loro ruolo nel territorio, ma è ancora presto: “Quando si farà la short-list degli acquirenti allora si potrà ragionare sui piani industriali, obiettivi e investimenti”.

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