Politica
15 Maggio 2016
Il corsivo. Tensione in zona Gad. Riflessione sui fatti di venerdì in via Ortigara

Virgole e razzismo

di Ruggero Veronese | 5 min

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0582c33f-5a31-473e-939f-3849fcc754dbNon cambierei di una virgola la cronaca di ciò che è successo venerdì. Quei fatti sono reali: le provocazioni gratuite, le offese razziste, il trattamento indiscriminato riservato a chiunque avesse l’innegabile colpa di essere “negro” e di trovarsi in via Ortigara.

Quello che mi piacerebbe cambiare, se potessi, sono le reazioni dei lettori. Alcuni lettori. Molti infatti, anche tra gli stessi residenti, hanno stigmatizzato quanto accaduto. Ma alcuni lettori con troppa facilità e superficialità stanno legittimando la scena più barbara a cui mi sia mai capitato di assistere nella mia città. Dicono che diamo dei razzisti a semplici italiani esasperati, che cerchiamo di nascondere il degrado in zona Gad, che pecchiamo di buonismo, faziosità e malafede. C’è chi insinua loschi intrallazzi con l’onnipresente/potente Pd, altri che addirittura riescono a negare che dal corteo della Lega Nord siano volate offese verso immigrati sconosciuti sicuramente a molti di loro.

Alcuni lettori con troppa facilità e superficialità stanno legittimando la scena
più barbara a cui mi sia mai capitato di assistere nella mia città

Cosa volete che vi dica? Guardate questi due link: Zona Gad, Tagliani contestato al presidio contro il degrado e Residenti Gad: “Abbiamo ascoltato il sindaco, ora aspettiamo i fatti”. Sono gli articoli sulla manifestazione della sera precedente del comitato Zona Stadio. Un centinaio di persone ha sfilato e discusso pacificamente attraversando la zona Gad. Ha spiegato le proprie ragioni al sindaco. Alcuni consiglieri dell’opposizione presenti, Spath (Fratelli d’Italia) e Fornasini (Forza Italia), hanno parlato e presentato le proprie proposte. Nel corteo erano presenti anche due signori africani che hanno dato supporto all’iniziativa. Si parla chiaramente di degrado, spaccio e prostituzione e le critiche all’amministrazione vengono messe nero su bianco.

Se gli articoli a distanza di 24 ore sono così diversi, non è perchè nel frattempo ho avuto un attacco isterico. Quella di giovedì sera del comitato è stata una manifestazione civile e istruttiva, utile per stimolare la riflessione ed elaborare proposte. Quella organizzata dalla Lega Nord il giorno successivo era niente più che uno sfogo collettivo, indiscriminato e pieno di rabbia verso la popolazione africana. Demagogico sul piano delle proposte (invocare la militarizzazione della città mentre a livello nazionale si contesta l’inefficacia delle leggi: Nicola Lodi tenga presente che anche l’esercito le deve rispettare). Violento nei toni. E soprattutto dannoso nelle sue conseguenze, visto che è servito solo a inasprire un clima già difficile, ad allontanare ulteriormente una popolazione certo non non semplice da approcciare.

Perchè negarlo? Con parte della comunità africana è difficile entrare in contatto. Lo sappiamo bene, e lo sanno anche persone come Tar, Kevin, Josh, Friday o Matthew che quando c’è bisogno cercano di aiutarci a parlare con i loro connazionali, convincendoli a uscire dalla diffidenza. Quando penso a chi ogni giorno si impegna davvero per aiutare la zona Gad mi vengono in mente loro, che oltre a mettersi in gioco di fronte a noi italiani, lo devono fare anche nelle proprie comunità. Penso a persone come Massimo Morini, che autonomamente e perdendo non poche notti di sonno ha radunato gli abitanti del quartiere per cercare di mettere fine pacificamente e razionalmente al fenomeno dello spaccio. A blogger come Lorenzo Marcucci, che da anni cerca di stimolare le autorità documentando quello che accade nel quartiere. Persone magari completamente diverse l’una dall’altra. Ma di certo non penso a Nicola Lodi mentre con il megafono aizza la folla urlando ‘tornate a casa’ a persone che non ha mai visto in vita sua. Nè a chi lo seguiva e lo applaudiva mentre con tono vagamente minaccioso prometteva che “domani torniamo qui, oggi siamo in cento e domani in duecento”.

Questa non è sana esasperazione, ma pericolosa intolleranza.
Non chiamatelo razzismo se proprio vi fa schifo la parola

Questa non è sana esasperazione, ma pericolosa intolleranza. Non chiamatelo razzismo se proprio vi fa schifo la parola. Se credete che sia sufficiente apprezzare i musicisti blues e i film con Morgan Freeman per essere immuni da quella patologia. Ma almeno fatevi un esame di coscienza. Chiedetevi quante volte avete davvero parlato con un africano che vive a Ferrara. La maggior parte di voi, sono pronto a scommettere, ha passato più tempo a scrivere di extracomunitari su internet che a parlarci dal vivo. Lodi incluso. Anche per colpa loro, della loro chiusura? Sì, anche per quello. Ma la nostra risposta deve davvero essere una dichiarazione di guerra?

È lo stesso discorso che facevamo dopo i tafferugli di venerdì a Luis, uno dei ragazzi che si era avvicinato ai manifestanti per rispondere alle offese. Cercavamo di spiegargli che se neanche lui si mette in gioco per entrare in contatto con i residenti italiani e per creare un senso di comunità nel quartiere, la situazione sarà destinata solo a peggiorare. Nicola Lodi tornerà davvero in via Ortigara urlando provocazioni al megafono, e sarà davvero seguito da 200 persone che non saranno solo ‘truppe cammellate’ come sostiene Tagliani, ma reali residenti convinti dalle sue miopi proposte.

Non so come reagirete a quello che ho scritto. Ho paura a pensarlo. Ma vi dico come ha reagito Luis, alla fine. Si è convinto, o almeno si è convinto a provarci: ha invitato me e altri amici ferraresi a giocare una partita di calcio domani, ai tre campi del parco urbano, dove la comunità africana su ritrova al weekend per fare pic-nic all’aria aperta. Se vorrete unirvi a noi, ci troverete lì dalle 14:30. Sperando che non venga il diluvio. Ma sarebbe importante. Magari scopriamo che il primo passo più sensato da fare non è urlare la propria rabbia a 11 sconosciuti, ma imparare il loro nome, quello che fanno e come se la cavano a pallone in una domenica di maggio.

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