Politica
7 Maggio 2016
L'assessore replica al forte attacco del consigliere regionale del Carroccio su politiche, fondi, distribuzione nel territorio e percentuali

Accoglienza migranti, Sapigni e Ministero smentiscono Fabbri

di Redazione | 2 min

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OLYMPUS DIGITAL CAMERANon si fa attendere la reazione di Chiara Sapigni, assessore alla Sanità, Servizi alla Persona, Politiche Familiari del Comune di Ferrara, finita (insieme al sindaco) nel mirino dellultima polemica di Alan Fabbri sull’accoglienza dei migranti.

Al segretario provinciale del Carroccio, che solo ieri affermava che “la questione immigrati è ormai una bomba calata sul nostro territorio”, accusando la Sapigni di riempire “le frazioni di immigrati clandestini, scaricando su tutti i territori le sue scelte politiche personali, che non corrispondono ai reali interessi dei cittadini e all’esigenza di sicurezza che Ferrara manifesta”, l’assessore replica in modo compìto, spiegando quale sia la realtà dei fatti.

“Non sono io che decido quante persone vengono sul territorio ferrarese – chiarisce Sapigni -: le quote sono definite dalla Prefettura di Bologna che le assegna ai vari territori provinciali in base al numero di residenti. La scelta di ospitare i richiedenti asilo in piccole realtà e in modo diffuso sul territorio è una strategia condivisa sia a livello locale che nazionale per migliorare i processi di integrazione”. Sapigni replica sul punto più ‘politico’, quello del buonismo e della ‘finta beneficienza’, ribattendo che si tratta invece di “dignitosa accoglienza in attuazione di precise disposizioni del Ministero dell’Interno valide per tutti i comune d’Italia”.

Ancora, all’accusa di destinare per i migranti fondi (4 milioni di euro nel 2015 secondo il consigliere regionale) utili per alleviare le sofferenze dei ferraresi, l’assessore replica ‘spiegando’ come funzionino i bilanci del Comune: “Il consigliere sa benissimo che nei bilanci delle pubbliche amministrazioni non si possono destinare risorse autorizzate per una specifica voce di spesa ad un’altra. Quindi le risorse destinate all’accoglienza dei richiedenti asilo non sono utilizzabili dal Comune per altre azioni”. Insomma, il Comune spende per i migranti cifre che gli vengono destinate a quello scopo e che non possono essere usate per altre azioni.

Ma è l’ultimo punto quello che forse risulta più forte. A Fabbri che rimarca ancora una volta che “da dati della prefettura, solo un immigrato su dieci ha titolo per dirsi profugo, gli altri sono clandestini”, Sapigni sventola in faccia i dati relativi agli esiti nazionali delle richieste di asilo elaborati dal Ministero dell’Interno (consultabili qui), dai quali si evince che i migranti che hanno titolo per rimanere non sono affatto 1 su 10, bensì più di 4 su 10: “Il 42% delle domande ottiene un esito positivo (tra rifugiati, protezione sussidiaria e protezione umanitaria) – osserva l’assessore – e non come affermato dal consigliere uno su dieci”.

esito domande migranti

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