Maria Pia De Vito al Torrione con This Woman’s Work
Sabato 30 marzo, in collaborazione con Crossroads, sarà il turno di Maria Pia De Vito e del suo "This Woman’s Work", lavoro basato su composizioni originali della stessa De Vito e da Matteo Bortone
Sabato 30 marzo, in collaborazione con Crossroads, sarà il turno di Maria Pia De Vito e del suo "This Woman’s Work", lavoro basato su composizioni originali della stessa De Vito e da Matteo Bortone
Sono carichissimi e pronti a portare la loro straordinaria energia sul parquet della Baltur Arena: parliamo, ovviamente, dei Westfalia, la band che si esibirà nell’Halftime Show AtmosfHera in occasione di Sella Cento - Benacquista Assicurazioni Latina, sabato 30 marzo
Grande riscontro per il concerto recital del maestro Antonio Rolfini e del suo ensemble, composto da Claudio Miotto, Angela Felisati e Simone Montanari, tenutosi a favore di Ant nella serata del 22 marzo a Ferrara
Il 6 e 7 aprile alle 16:30 la doppia replica dello spettacolo "Amanti" chiude la stagione di prosa al Teatro Nuovo
Il Teatro Comunale presenta alla cittadinanza il bilancio quinquennale 2019-2024, una sorta di resoconto di quanto fatto dall'inizio della nuova gestione, tra le difficoltà del periodo Covid e il rilancio delle attività e delle varie stagioni
“Che vi devo dire? I’ nun so’ morta! Musica maestro!”, grida con rabbia Carmen, mentre in sottofondo parte un “oiseau rebelle” in versione rock. Così si chiude il cerchio, nella Carmen di Mario Martone, in scena al teatro comunale Claudio Abbado di Ferrara fino a domenica 8 maggio, unica tappa in esclusiva per l’Emilia Romagna. Questa volta è Carmen ad avere la prima e l’ultima parola della storia. Spettano a lei, eroina anarchica e malvivente, “puttana e filosofa”, ai limiti del crudele nel rifiutare la redenzione di una morale perbenista per rivendicare la propria libertà “anche se è l’ultima ruota marcia di questo mondo”. Non muore la Carmen di Mario Martone e di Enzo Moscato, viene accecata da quell’amore che l’aveva fatta brillare, ma la lotta per la vita non finisce e la cecità diventa la beffa del destino che le dà un altro tipo di vista, il doloroso sprone che la fa avanzare nella vita, diventando madama di bordello.
Dall’altra parte il rassegnato Josè, ex soldato, ergastolano, “stregato, affatturato”, amante folle, tenta di dare una sua morale: “ogni storia d’amore è stupida”, l’amore senza limiti, senza ragione, quella che lui ha schiacciato sotto i piedi, è sempre destinato al fallimento. Carmen però non gli lascia scampo e lo irride chiosando: “Che bella frase! Che magnifica espressione! Io, però, da parte mia, rovescerei sul dorso ‘sta frittata, e direi, piuttosto, che ogni stupido è fatalmente preda di una storia d’amore!”
Il furibondo e passionale passato che ancora li ossessiona prende forma nella Napoli dei vicoli dei quartieri spagnoli, della prostituzione, Napoli che piange e ride, madre e matrigna con la sua arte d’arrangiarsi, Napoli notte e giorno brulicante di un’umanità senza nome, dove la violenza cammina parallela alla legge, dove la corruzione va di pari passo con il desiderio di riscatto.
Un esperimento ardito, a metà tra la prosa e lo spettacolo musicale, l’opera lirica e la sceneggiata, questa contaminazione totale con al centro musica e parole, passione e tragedia. Mérimée e Bizet. Flamenco e Sceneggiata. Elegante francese e ruvido napoletano. Raffinatezza e vitalità, “volgarità e rime”, “sconclusionatamente insieme”: sta tutto “in equilibrio”, come dice la stessa Carmen, anzi Carmèn. A portarlo avanti con successo il regista Mario Martone con un testo scritto da Enzo Moscato, Iaia Forte nel ruolo di Carmen, Roberto De Francesco in quello di Josè. Ua contaminazione che riguarda anche la musica, arrangiata da Mario Tronco ed eseguite dal vivo dall’Orchestra di Piazza Vittorio. Quella di Iaia Forte è una Carmen ribelle, refrattaria agli schemi del sentimentalismo femminile, che ha quasi un che di maschile nell’affermazione del proprio piacere, seducente, lasciva. Il Josè-Cosè di Roberto De Francesco è un militare ligio al dovere, ‘surdatiello’ veneto sedotto, fagocitato da una Napoli barbara, che non tollerando la stupidità del suo innamoramento, lo sospinge nel baratro di follia e perdizione. Intorno a loro bravissimi attori che danno forse danno il meglio nella scena della festa sulla torre, festa di piazza e preludio alla sciagura. Fra gli interpreti anche i versatili componenti della multietnica Orchestra di Piazza Vittorio. Per i suoi undici elementi Mario Tronco (membro della Piccola Orchestra Avion Travel e fondatore, con Agostino Ferrente, dell’Orchestra di Piazza Vittorio) ha reinventato le musiche di Bizet, mescolandole con canzoni popolari e aprendole al mondo attraverso la contaminazione tra musiche e canti di paesi lontani.
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