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5 Maggio 2016

Maggio e giugno nei proverbi ferraresi

di Maurizio Musacchi | 3 min

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Gentili lettori,

Vi propongo alcuni proverbi, scelti fra tanti caratteristici e antichi; riguardante i mesi di Maggio e Giugno. Sono ispirati prevalentemente al mondo dell’agricoltura. Vi si intuisce anche qui ciò che era il vissuto: miseria, fatica,superstizione, fede. Le convinzioni, per i periodi di semina e raccolti, legati al soprannaturale e alla scaramanzia . Vi devo confessare che, senza l’aiuto di scritti o testimonianze di iscritti del “Tréb dal Tridèl”,(Cenacolo di Cultura dialettale Ferrarese,) tantissimo materiale che raccolgo e vi propongo, non potrebbe essere pubblicato. Le mie fonti principali sono: l’attuale presidente di tale Gruppo, la professoressa Floriana Guidetti, lo storico presidente onorario, il dottor Iosè Peverati. Ma sono assistito anche da tanti altri, più o meno autorevoli personaggi del “Tréb” che amano la splendida Lingua dei nostri antenati. Grazie a tutti!

Maģ (Maggio)

Ill rundanìn ill viéη par Saηta Cróś e ill và par Sàηta Cróś. Le rondini arrivano per Santa Croce,(3 Maggio,) e vanno (di là dal mare), per Santa Croce (14 Settembre).

Màģ al méś dal fiór, aηch l’àśan al và iη amór. Maggio mese del fiore, anche l’asino va in amore. (Maggio mese d’amore per tutti).

Maģ urtlàη , càra zént, purasà pàja e póch furmént. Maggio ortolano (piovoso), (cara gente,) molta paglia e poco grano.

Par Santa Cróśa as pòrta al “Mai” a l’ambróśa. Per Santa Croce (3 Maggio), si porta il “Maio” alla morosa. (Ve ne ho parlato nella volta precedente: la tradizione del “Maio” con segnali floreali o prodotti della terra a significare messaggi alle donne da marito.

Par Sant’Urbàη al furmént l’è iη gràη. Per Sant’Urbano,(25 Maggio), il frumento è in grano, (ovvero è pronto, deve solo seccare.)

Maģ méś di fiùr, Zùgn di amùr. Maggio mese dei fiori, Giugno degli amori.

Par Santa Cróś, furmént spigóś. Per Santa Croce, grano spigoso . (A Maggio si forma la spiga del grano.)

Péηsa ché ti péηsa, ad Zòbia a viéη l’Aséηsa. Pensa e ripensa, di Giovedì viene l’Ascensione.

Zùgn (Giugno)

Al matdór l’aη gh’à brìśa ór. Il mietitore non ha orario.(Non tiene conto delle ore di lavoro, lo fa dall’alba al tramonto.)

Quànda la và a spàs la furmìga as tàja la spìga. Quando le formiche escono dalla terra per accoppiarsi è tempo di mietere il grano.

Chì cómpra l’àj par Saη Zvàn l’è uη sgnór par tut l’àη. Chi compra l’aglio per San Giovanni (24 Giugno), e ricco tutto l’anno.

Chì vòlta manà, vòlta pulénta int la stagnà. Chi rivolta (“manà”) a mano (la quantità di grano che può contenente una mano, se ha bisogno d’essere rivoltato significa che è piovuto troppo e bisogna rivoltarlo; diminuendone la quantità di produzione e qualità. In sostanza: gira la polenta nel paiolo Ovvero: preparatevi al cibo povero. Tale era considerato, quel tempo, mangiar polenta.

Chi miéd balzanaménd, al fa uη bóη furmént. Chi miete un po’ acerbo, produce buon grano.

Par Saη Zvàη e Saη Simóη: Sgnór diféndam dal lamp e dal tróη. Per San Giovanni (24 Giugno), e San Simone (28 ottobre) : Signore difendimi dai lampi e dai tuoni. (I temporali a San Giovanni fanno perdere il raccolto del grano, quelli in data di San Simone, fanno perdere quello dell’uva.

Porta la spiga al mulìη, par la farina, al fiór e al semulìη. Porta la spiga (il grano) al mulino, per la farina, (con la crusca in mezzo), per il fiore, (fior di farina: bianca e senza impurità) ed il semolino,(la parte più pregiata del grano macinato. In sostanza gli agricoltori facevano trasformare, per poi trarne profitto, il loro prodotto grezzo: il frumento, in uno dei tanti mulini dell’epoca. Caratteristici nelle nostre zone, quelli sul fiume Po.

Zùgn al tiéη al ségul iη pùgn. Giugno tiene la falce nel pugno. Dunque è tempo di mietitura. Proverbio antico; si riferisce a quando si mieteva con la piccola falce a mano: quanta fatica per i poveri braccianti, lavorare sotto il sole dall’alba al tramonto!

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