Economia e Lavoro
5 Maggio 2016
Il comitato dei risparmiatori presenta la manifestazione di sabato e non risparmia critiche a politici, vecchi manager e Fondazione Carife

I ‘No Salva Banche’: “Vogliamo indietro fino all’ultimo soldo”

di Ruggero Veronese | 3 min

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8b583a90-f5ef-466d-8e13-d290187732ee“Continuiamo a sentirci nella proprietà di Carife, perchè abbiamo contribuito a costituire il patrimonio della banca. Quei soldi non possono essere finiti nel camino: in uno stato di diritto dobbiamo avere diritto ai nostri risparmi”. Parola dei componenti del comitato ‘No Salva-Banche’, che sabato 7 maggio scenderanno nelle strade per un corteo di protesta contro il decreto che ha portato alla creazione delle ‘nuove banche’ che hanno preso il posto di Carife, Banca Marche, Carichieti e Banca Etruria. L’obiettivo dichiarato del gruppo è di ottenere la restituzione totale dei propri capitali (utilizzati per azioni e obbligazioni) dal patrimonio dei nuovi istituti di credito, e per raggiungerlo chiamano a raccolta sia i risparmiatori delle altre tre banche colpite che i 29mila ferraresi che avevano investito in Carife.

“Ci hanno etichettato come una ‘frangia estrema’ dei risparmiatori – spiega Milena Zaggia -, ma non è così: vogliamo solo reclamare un nostro diritto sacrosanto. Hanno derubato la casa a cui abbiamo affidato affidato i nostri risparmi e questo non è giusto”. Le responsabilità di quello che il comitato definisce un vero e proprio “esproprio” vanno equamente divise tra il vecchio management di Carife e la classe politica, ma le critiche investono anche la Fondazione Carife e non a caso gli attivisti annunciano la propria manifestazione proprio di fronte alla sede dell’ex principale azionista della banca: “In Carife – afferma Giovanna Mazzoni – aveva una posizione assolutamente predominante e con i guadagni della banca finanziava opere di sostegno per Ferrara. Con il suo pacchetto azionario la fondazione era diventata il ‘deus ex machina’ della banca: mi domando cosa abbia fatto dal 2013 al 2015, durante il commissariamento”.

Ed è proprio in virtù della posizione di controllo della fondazione che i membri del comitato rigettano le critiche di chi sostiene che, durante gli anni precedenti al tracollo, anche i piccoli azionisti fecero ben poco per far cambiare direzione alla banca: “Le nostre responsabilità in questa situazione sono nulle, perchè non potevamo influire in alcun modo nelle decisioni – continua la Mazzoni -. Quando ho aderito all’aumento di capitale nel 2011 l’ho fatto perchè sapevo che la città ne aveva bisogno, ma abbiamo assistito a una privazione sempre più importante del patrimonio della banca”.

Tra i componenti del comitato ci sono risparmiatori che hanno perso capitali anche molto consistenti: la famiglia di Roberto Bruciaferri investì 132mila euro, ora ‘evaporati’ in seguito al decreto. E le motivazioni fornite dal governo non sono certo sufficienti a placare gli animi: “Ci descrivono come speculatori e anche negli ultimi giorni Renzi ha detto che i titoli ci fruttavano tassi del 7-8%. Ma in realtà i nostri titoli valevano solo il 2,8%. A mio padre dissero che era un investimento più sicuro dei titoli di Stato e si è fidato ciecamente”. Quello della fiducia nei confronti degli sportellisti è un tema ricorrente tra i risparmiatori azzerati e i membri del comitato non nascondono il proprio pensiero: “Abbiamo visto omertà e sudditanza nei confronti della banca – afferma Mazzoni -. Non abbiamo mai visto nessuno dei 900 dipendenti di Carife alle iniziative dei risparmiatori, ma sappiamo che anche molti di loro avevano titoli e hanno perso i propri soldi”. E anche per cercare un punto di contatto con i lavoratori della banca, Bruciaferri lancia un’idea: “Una partita di calcio amichevole tra risparmiatori e dipendenti di Carife: vorremmo che anche loro si sentissero dalla nostra parte”.

L’appuntamento quindi è sabato alle ore 15 in piazza Castello: il corteo si sposterà poi attraverso viale Cavour e per le vie del centro, per poi fare ritorno attorno alle 18 nel luogo di partenza, dove alcuni risparmiatori prenderanno parola per raccontare la propria esperienza: “Sarà la prima grande manifestazione a Ferrara contro il decreto e parteciperanno anche i comitati delle altre città colpite dal decreto – conclude il comitato -. Invitiamo a partecipare anche il sindaco e tutte le forze in consiglio comunale: la nostra iniziativa non ha colore politico e speriamo che raccolga una larga partecipazione”.

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