Economia e Lavoro
1 Maggio 2016
Ad Alberone una mattinata d'interventi di esponenti sindacali, dal panorama centese a quello nazionale

Fiom-Cgil, un primo maggio in prospettiva e in dibattito

di Redazione | 3 min

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Michele de Palma, Samuele Lodi e Bruno Papignani

Michele de Palma, Samuele Lodi e Bruno Papignani

“1970-2016: da statuto a statuto, passando per Marchionne e il Jobs act”: questo il ‘Primo maggio’ della Fiom-Cgil di Ferrara, organizzato ieri presso il centro sportivo di via Rossini ad Alberone di Cento.

Si è iniziato dunque alle 10.30 con l’accompagnamento della band VxMo74 e si è proseguito per tutta la mattinata in un vero e proprio dibattito tra rappresentanti sindacali della regione e del Paese.

“Il nostro primo maggio – è intervenuto Samuele Lodi, segretario di Fiom Ferrara – è arrivato alla quinta edizione. Ma non è purtroppo un primo maggio per i giovani, ormai esclusi e respinti dal mercato del lavoro per problemi strutturali, tra cui anche la rigidezza della riforma pensionistica; non è per il confronto, quello autentico, quello che in Fiat porta alla contrattazione: anche quello, ad oggi, è cancellato”. Non è nemmeno per Fiom, “discriminata perché non ha partecipato al Ccsl”.

Un primo maggio dopo “un anno di grande fatica – ha sottolineato Michele de Palma, coordinatore nazionale Fiom del gruppo Fca. – La domanda che dobbiamo porci è quella della legittimità del nostro interesse: non dobbiamo cadere nel gioco barbarico dove l’individualismo, di un’organizzazione dei sindacalisti o del singolo, prevale sulla difesa del diritto dei lavoratori”. Una battaglia tutta da giocare sul “riconoscimento, da parte dell’azienda, dei lavoratori come unici titolari della contrattazione” nonostante “i metalmeccanici di Fiat sono i meno retribuiti in Italia, hanno paura a partecipare alle assemblee, e l’amministratore delegato Marchionne rimane il più pagato”. Scenario più ottimista, invece, nell’azienda centese dove, secondo il bilancio di de Palma, i lavoratori mantengono un profilo più “cittadino”, alla ricerca di dialogo, confronto e dibattito.

Un primo maggio che dev’essere un appello a riconquistare un contratto nazionale del lavoro “ormai svuotato”, a mettere davanti “il sociale, e non l’economia, la multinazionale e le speculazioni – è stato il bilancio di Bruno Papignani, segretario generale Fiom Emilia Romagna. – Basta con le dignità e le coscienze calpestate: basta con questo panorama lavorativo che sta diventando un progressivo ritorno al Novecento”.
DSC_1627Parola dunque alle istituzioni locali interpellate, quali Oriano Tommasini dell’Anpi, che ha rimarcato come il lavoro “sia stato spogliato del suo valore attraverso attributi come ‘flessibile'”, e il diritto sia divenuto “favore” e “concessione”; e al sindaco di Cento Piero Lodi, che ha illustrato la ripresa economica e produttiva di Vm motori “che percepiamo nel pil: siamo a livelli incoraggianti sul fronte occupazione ed è un dato di fatto, qui da noi si è mosso qualcosa e un po’ di più”. Quali sono le prospettive Vm? “Finché lo stabilimento di Cento monitorerà e privilegerà la ricerca allo sviluppo, alla progettazione e all’azione, e non solo alla produzione, rimarrà uno stabilimento strategico nel segmento automotive”.

Un merito “innegabile” alle istituzioni nell’ambito dell’ accompagnamento della crescita di Vm motori negli anni, in particolare grazie all’accordo siglato tra comune, provincia e regione per “agevolare la formazione professionale, nonostante alcuni fondi siano stati poi impiegati per risanare i danni del terremoto 2012, e alcune clausole di tutela territoriale siano saltate” e nonostante “la difficoltà nell’interloquire con vertici aziendali in costante rotazione e per questo volutamente ‘distanti’ dal territorio, uno ‘Stato nello Stato’, che ho rilevato in questi anni da membro del Coordinamento nazionale dei sindaci dell’automotive, fin dall’entrata di Fiat in Vm motori”.

Ha concluso infine stimando come “alla luce dell’obiettivo dei 200 mila motori dello stabilimento, l’ente locale deve mantenere alta l’attenzione su Fca e Vm attraverso un rapporto diretto con le organizzazioni sindacali. Ognuno gioca la sua partita, ma se la facciamo assieme abbiamo una presa di coscienza maggiore”, sottolineando come tuttavia Fiom sia sempre stata un “ottimo partner”.

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