Politica
30 Aprile 2016
L’ex presidente del Consiglio Amato analizza la crisi dei partiti, la sua esperienza politica e i problemi dell'Europa "ermafrodita"

Crisi dei partiti ed Europa ‘ermafrodita’ con il Dottor Sottile

di Elisa Fornasini | 3 min

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OLYMPUS DIGITAL CAMERACrisi dei partiti, privatizzazioni, diseguaglianza sociale, integrazione sovranazionale. Sono solo alcuni dei temi toccati da Giuliano Amato, ospite alla libreria Ibs del primo incontro del ciclo “Pagine sul potere”. Il giudice costituzionale, già presidente del Consiglio e più volte ministro, ha presentato il suo libro “Le istituzioni della democrazia” a una platea gremita e attenta.

Accolto dal sindaco Tiziano Tagliani – “onorato di essere presente a una occasione di riflessione così importante sul potere, una parola tanto usata quanto contestata” – l’ex presidente del Consiglio non si è soffermato su temi attuali quanto a una ‘infarinatura’ generale sulle dinamiche del governare. Un percorso che ha seguito il filo logico del libro, suddiviso in quattro parti corrispondenti alle quattro stagioni della sua carriera politica: storia costituzionale e forma di governo, crescita della democrazia ed espansione delle libertà, mercato e interesse pubblico, costruzione europea e prospettive sovranazionali.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAPer facilitare la comprensione di questo argomento, nell’introduzione dell’incontro il costituzionalista Andrea Pugiotto consiglia di immaginare l’organizzazione delle istituzioni come l’area di un triangolo equilatero, dove al vertice ci sono le regole costituzionali, mentre ai due estremi della base si collocano il sistema politico e la comunità politica. I tre vertici del triangolo interagiscono tra loro, condizionandosi reciprocamente, ma ora il dialogo tra politica e comunità si è incrinato. Colpa anche della crisi dei partiti.

Il Dottor Sottile riflette sulla sua esperienza di governo, segnata appunto da un primo caso di governo ‘staccato’ dai partiti. “La crisi dei partiti ha portato a una crisi del sistema istituzionale – spiega il giudice costituzionalista dialogando con il costituzionalista Roberto Bin – perché le regole costituzionali sono costruite su una premessa: che ci fossero partiti forti e funzionanti in quanto rappresentativi della comunità e legittimati dal consenso popolare. I partiti invece hanno perso la forza rappresentativa e sono rimasti solo con il potere di condizionare la vita delle istituzioni”.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA“Il mio primo governo, in una fase di privatizzazioni, fu esemplare nella trasformazione in società per azioni, per togliere le mani dei partiti dalle partecipazioni statali” assicura Amato. Punzecchiato da una domanda del pubblico, che ha fatto notare come l’era delle privatizzazioni sia cominciata nel ’92 proprio con Amato, quest’ultimo si difende asserendo che “non sono soddisfatto delle privatizzazioni, nel mio governo ne facemmo solo una; il fenomeno ha preso piede dopo”. Come prese piede “la prassi distorsiva dei maxi emendamenti”, una procedura parlamentare “che non è né di destra né di sinistra, l’hanno fatto tutti” con l’auspicio che “si ponga fine a questo fenomeno con la nuova riforma”, utile anche “per ridare al parlamento il suo ruolo”.

Dopo un breve accenno sulla diseguaglianza sociale e sul problema della scala sociale ferma, Amato si è dilungato sull’Europa “ermafrodita”. È questa l’immagine scelta dall’ex primo ministro per descrivere l’Ue: “Un’organizzazione internazionale ibrida e inadeguata ad affrontare l’inasprimento dei problemi attuali, dalle difficoltà irrisolte dell’eurozona alla gigantesca questione dell’immigrazione fino al tema del terrorismo”. Non mancano critiche al trattato di Maastricht e al motto dell’Unione, “Unita nella diversità”, perché “è una visione retorica che non tiene conto della storia, delle ostilità, delle nostre differenze culturali”. Per uscire da questo impasse, c’è bisogno di “più competenze, più potere europeo, più integrazione sovranazionale; una medicina che il paziente non vuole”.

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