Per rilanciare la Nuova Carife serve una ristrutturazione da 46 milioni di euro, comprese le eventuali chiusure di filiali e riduzione del personale.
È quanto emerge dalla valutazione definitiva sulle banche ponte – o good bank o ‘nuove banche’ – nate dalla risoluzione di Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e, appunto, Carife, eseguita dalle agenzie indipendenti Bdo, Kpmg e Deloitte e poi recepita nel primo rendiconto del Fondo nazionale di risoluzione gestito da Bankitalia.
In totale per le quattro nuove banche servono 422 milioni di euro per la ristrutturazione e tornare alla redditività in poco tempo. La metà, 211 milioni, servirebbero solo per Banca Marche, mentre Banca Etruria avrebbe bisogno di 123 milioni. CariChieti, simile a Carife, avrebbe bisogno di 42 milioni di euro.
Insomma, non sarà una passeggiata neppure il passo successivo: quello di trovare acquirenti sul mercato che rilancino la Nuova Carife (e le altre) e i costi per il rilancio – anche in termini di posti di lavoro – potrebbero essere elevati. Così come lo sono stati gli oneri connessi al salvataggio delle good bank che hanno pesato finora sul bilancio del Fondo di risoluzione tanto da portare, nel 2015, a una perdita d’esercizio di oltre 2 miliardi di euro.
Sul fronte dei risparmiatori “bruciati” con il decreto salva-banche, il ministro Padoan ha annunciato che domani arriverà in Cdm quello sui ristori per gli obbligazionisti: secondo quanto trapelato dovrebbe prevedere rimborsi automatici per chi ha sottoscritto i bond prima dell’agosto 2013 (prima della comunicazione Ue sul burden sharing) e tramite arbitrato per chi lo ha fatto a una data successiva.
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