The scriblerus club
19 Gennaio 2009
Ovvero, Titti Tagliani tra le fauci di Gatto Silvestro

La questione molare

di Giacomo di cristallo | 3 min

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00016471-constrain-800x600Mentre l’Italia pieddina si interroga – si fa per dire – sulla questione morale, Ferrara va oltre e passa direttamente alla questione molare. Si tratterebbe in realtà di un incisivo, quello mancante, di Vainer Merighi (ma in qualche stalla si sussurra che dopo la nomina a presidente dell’Ente Palio si sia fatto trapiantare solo denti da erbivoro per ingraziarsi gli animalisti). Il dente (Merighi) il Partito democratico se l’è levato il 14 dicembre nello studio odontoiatrico delle primarie.
L’operazione l’ha compiuta, senza anestesia, Tiziano (Titti) Tagliani. Che ora dovrà inventarsi mille altre specializzazioni per prendere in mano l’eredità di Sateriale. Dalle prime lastre ortopanoramiche sembra che al cerusico perfezionatosi tra i deschi dell’Azione cattolica non piaccia troppo la pratica del ponte (quello dentale). Tant’è che più che ponti tesi agli alleati il candidato sindaco del Pd pare offrire una pietra al collo. Rifondazione comunista e Comunisti italiani continuano a credere che li si inviti a fare bungee jumping. Ma va bene così. Vorrà dire che neanche questa volta torneranno indietro.
Eppure Prc e Pdci, sempre convinti che la corda sia un elastico, hanno provato a metterlo in guardia del rischio liste civiche, ma Titti Tagliani non ha paura di Duffy Tavolazzi, e tantomeno di Giulio Barbieri in versione ET. Solo cartoni anonimati e finzioni cinematografiche.
Lui va dritto per la sua strada con fare deciso ed efficace. Incisivo, per restare in tema. Incurante del monito di Céline (“l’uomo che non prova mai paura è perduto”) si sente già la vittoria a portata di mano. Basta alzarsi in punta di piedi.
Eppure i bene informati malignano che da qualche tempo, sotto sotto, ogni sera, prima di coricarsi, quando Titti Tagliani si arrampica sul comodino per prendere il suo livre de chevet (la Bibbia camuffata con la copertina del Manifesto di Marx-Engels edizioni Paoline), l’indice insonne si fermi sempre più spesso sul passo di Luca 16,2: “Non sarai amministratore, il tuo tempo è finito”.
Ecco allora che nella sua testa si affacciano lo spettro dell’Abruzzo e la debacle del Pd. Effettivamente, se la questione molare è stata risolta, quella morale potrebbe avere ripercussioni anche a Ferrara. E se l’evangelista del bue avesse ragione? Se al termine dei tempi legislativi arrivasse la bestia dell’Apocalisse? Magari proprio Gatto Silvestro Dragotto?
No, no, per scacciare il cauchemar azzurro occorre risolvere anche il capitolo buon costume… Bisogna togliersi questo dente del giudizio per non finire devitalizzati. “Eureka!”: gli sovviene in aiuto il ricordo degli studi liceali: proporrà la tunica come per gli antichi romani che entravano in senato. Un abito senza tasche non permette di “intascare”. Tutti coloro che saliranno a palazzo vestiranno la toga! … “e se gli amici di partito iniziassero a chiamarmi Giulio Cesare?”…
Ma ormai non è più tempo di indugi e in vista della campagna elettorale, Titti Tagliani è ormai pronto a uscire dalla gabbia delle contrapposizioni di partito. Ecco allora che salta giù dall’altalena dei sondaggi e spalanca il piccolo cancello sulla rampa che potrebbe portarlo in vetta al municipio.
Ma qualcosa si muove alle sue spalle e un’ombra minacciosa copre il piccolo piumaggio giallo: “Oh oh, mi è semblato di vedele un Dlagotto!”…

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