Politica
14 Febbraio 2016
Incontro sul futuro della chimica organizzato dal Pd a Pontelagoscuro. Il sindaco: "È fondamentale per Ferrara"

Tagliani: “Delocalizzare il petrolchimico è una stupidaggine”

di Redazione | 4 min

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20160213_102655di Marcello Celeghini

Quale futuro per la chimica a Ferrara e nel resto d’Italia? A questa difficile domanda si è cercato di dare una risposta sabato mattina durante l’incontro, organizzato dal Pd ferrarese al Centro Sociale ‘Il Quadrifoglio’ di Pontelagoscuro, dal titolo ‘Per la chimica italiana. Le proposte del Pd per il rilancio del settore’. Una iniziativa di confronto tra gli stessi iscritti al Partito su un tema che nell’ultimo mese ha fatto parecchio discutere l’opinione pubblica ferrarese.

Che relazione c’è tra la città e uno dei petrolchimici più importanti in Italia? Sicuramente Ferrara guarda con molta attenzione al suo petrolchimico, in particolar modo quando emergono criticità in esso, come accaduto nelle ultime settimane, prima con il caso Fiorini poi con l’inusuale accensione per ben quattro volte in poco tempo delle torce di Yara. Insomma, spesso la cittadinanza vede il petrolchimico come una minaccia, una presenza scomoda. Il Pd ferrarese, invece, sembra andare controcorrente rispetto a questa linea di pensiero molto comune a Ferrara. “Queste settimane di tensione sindacale- sottolinea il sindaco Tiziano Tagliani- hanno mostrato una spontanea mobilitazione che ci indica una profonda relazione tra la città, i lavoratori e il petrolchimico. In Italia la cultura industriale si sta pian piano perdendo a causa di una insistente cultura ambientalista mediatica che è dannosa e sbagliata poiché estremizza tutto. Anche a Ferrara occorre cambiare la percezione che la città ha del Petrolchimico. Chi scrive che bisogna delocalizzarlo, non ha capito niente, è una stupidaggine. Purtroppo ci sono tante persone che la pensano in questo modo in città. Il Petrolchimico è fondamentale per Ferrara, perché significa posti di lavoro e ricerca che crea altri posti di lavoro. Sarà sicuramente necessario modificare certi atteggiamenti- ammette Tagliani-, ma bisognerà salvaguardare con tutte le forze il nostro polo chimico che continua a produrre, tra l’altro, anche grandi profitti per le multinazionali che li hanno investito”.

Sulla stessa linea di pensiero anche l’assessore regionale alle Attività Produttive, Palma Costi, che plaude allo sblocco dell’autostrada Cispadana in un’ottica di rendere ancora più competitivo il territorio regionale. “Quello di cui abbiamo bisogno è di avere un Partito Democratico che a livello nazionale si esprima in modo chiaro sulle tematiche legate alla politica industriale. Guardiamo con estremo favore alla recente notizia dello sblocco del progetto per la Cispadana- spiega Palma Costi- perché questa infrastruttura andrà a colmare un vuoto infrastrutturale insopportabile per un territorio dove insistono distretti industriali di importanza nazionale. La nuova infrastruttura migliorerà la logistica di tante aziende, ma creerà anche un corridoio alternativo a quello della via Emilia con tutti i benefici di snellimento del traffico veicolare. Il Petrolchimico di Ferrara è una delle più grandi infrastrutture italiane, noi non vogliamo solo salvaguardarlo e mantenerlo, noi vogliamo rilanciarlo attraverso la ricerca, in accordo anche con l’Università di Ferrara”.

20160213_105228Un mix tra chimica verde e chimica tradizionale come ricetta per rilanciare il Petrolchimico. “La chimica è uno di quei cinque macro settori che fanno si che un paese possa considerarsi industrializzato oppure no- puntualizza Emilio Miceli, segretario nazionale di Filctem/Cgil-. Come sindacato siamo totalmente contrari alla cessione, che Eni ha ipotizzato, ad un fondo di investimento iraniano, perché ricorda un film già visto, quello del disastro Telecom degli anni Novanta. Il rischio è che, se la chimica italiana si indebolisce, questo territorio, che ha uno degli impianti più rilavanti, possa ulteriormente indebolirsi anche in termini occupazionali. È assurdo pensare di riconvertire dalla sera alla mattina un sito di chimica tradizionale in uno di chimica verde poiché questo processo sarà ancora lungo e richiederà ancora decenni di ricerche. Occorre quindi integrare la chimica verde con la chimica tradizionale che, dunque, resta imprescindibile”. A chiudere gli interventi ci ha pensato il deputato Pd Alessandro Bratti, presidente della Commissione Ecomafie. “Il punto debole della politica energetica nazionale è che tutta la tematica è regolata da un semplice decreto interministeriale. Occorre, quindi, mettere mano in modo serio a queste tematiche attraverso un intervento governativo che porti chiarezza legislativa. È necessario- conclude Bratti- che in questo settore le sigle sindacali non si facciano sentire solo quando ci sono emergenze, occorre invece che i sindacati non abbassino mai la guardia e si battano, soprattutto in tempo di pace”.

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