Incendio nella notte in via Gerusalemme Liberata
Intorno alla mezzanotte un appartamento in via Gerusalemme Liberata è andato a fuoco, non si sono ancora accertate le cause ma l'innesco potrebbe essere dovuto all'esplosione di una bombola del gas
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I carabinieri forestali hanno denunciato cinque ditte della provincia di Ferrara per la gestione illecita di rifiuti edili
La Procura di Ferrara ha nuovamente chiesto l'archiviazione per l'allora direttore del distretto Sud-Est dell'Ausl di Ferrara e per un'operatrice telefonica del 118, inizialmente indagati per omicidio colposo relativamente alla morte di Francesco D'Antoni, deceduto ad Argenta il 20 marzo 2021 per infarto miocardico acuto
Due ferraresi, una donna di 46 anni e un uomo di 55 anni, rispettivamente amministratore di diritto e di fatto di una società fallita con sede nell'Alto Ferrarese, sono stati condannati a 6 anni e 4 anni e 4 mesi dal tribunale di Ferrara con l'accusa di bancarotta fiscale
È un guanto di sfida quello che l'avvocato Fabio Anselmo lancia al sindaco Alan Fabbri, a cui chiede di uscire "dalla bolla dei social" e presentarsi "davanti alla città per un confronto pubblico dove misuriamo le idee e la visione della Ferrara dei prossimi cinque anni"
di Silvia Franzoni
È in occasione dell’assemblea provinciale che la sezione ferrarese dell’associazione Unione donne in Italia (Udi) ha organizzato, nella mattinata di sabato, un momento di “confronto trasversale” sul tema delle ‘nuove maternità per sé e per altri’, come recita il titolo dell’iniziativa.
“L’Udi – anticipa Liviana Zagagnoni, Udi Ferrara – non ha una posizione, il nostro è un percorso congressuale di riflessione”: al recente appello pubblico di condanna della pratica della gestazione per altri (gpa) l’Udi, a livello nazionale, non ha aderito. Prendere il fatto a pretesto per gridare alle ‘donne divise’ è però una “strumentalizzazione – evidenzia Stefania Guglielmi, Udi Ferrara – e noi dobbiamo invece prendere parola pubblica e politica: si coinvolge il corpo delle donne ma ne parlano sempre gli uomini, in maniera strumentale e manipolatrice”.
Per non “arrivare a frettolose conclusioni” si dovrebbe, anzitutto, definire la pratica come ‘gestazione per altri’ (ma comuni sono i termini dispregiativi, come ‘utero in affitto’) perché “abbiamo culturalmente chiara la distinzione tra gestazione e maternità – continua Guglielmi – ora ci pare tanto difficile ma è la distinzione concettuale a cui ricorriamo quando parliamo di interruzione di gravidanza, di rinuncia della potestà genitoriale da parte della donna e di adozione”. Si dovrebbe poi considerare come falsa la questione della mercificazione (“non si paga il nascituro, è ovvio, ma la prestazione in termini di energie lavorative della donna”) e si dovrebbe piuttosto riflettere su di una “società ancora immatura che considera essere madre un destino ineluttabile – conclude – e ha una tale ossessione per la maternità che, paradossalmente, giudica degeneri tanto quelle donne che decidano di non diventare madri quanto quelle che invece vogliano esserlo a tutti i costi”. Si dovrebbe considerare la genitorialità come un “insieme di funzioni – evidenzia la psicoterapeuta Chiara Baiamonte – disgiunte da generatività, coniugalità, matrimonio, genere e orientamento”. Si dovrebbe, ma “il dialogo pubblico è sterile e si grida solo ‘giù le mani dai bambini’”.
Lo slogan di chi osteggia il ddl Cirinnà sulle unioni civili rivela, infatti, come sia alto il rischio di correlare (erroneamente) gpa e stepchild adoption. La gpa è illegale in Italia dal 2004 (L.40/2004). La stepchild adoption è prevista per le coppie eterosessuali dal 1984 (L.184/1983). “Se venisse approvato il ddl, la gpa resterebbe illegale in Italia – continua Baiamonte – e si permetterebbe semplicemente l’adozione del figlio da parte del partner del genitore anche in coppie omosessuali”. Questo introduce ad un “falso problema”, quello dei bambini che crescono in contesti omogenitoriali: 40 anni di studi, dal 1978 al 2015, testimoniano “che non ci sono differenze significative tra bambini che vivono in un contesto eterogenitoriale e bambini che vivono in un contesto omogenitoriale”. Le dispense dei risultati di questi studi sono stati inviati a tutti i senatori e “la loro disinformazione è dunque colpevole”. Una differenza, a ben guardare, c’è e sono quei “diritti – sottolinea – di cui i bambini con genitori omosessuali non godono”.
Eppure se qualcosa non è regolamentato non è detto che non esista: la gestazione per altri, ad esempio, è una pratica che riguarda “per il 90% dei casi coppie eterosessuali e che studi europei (A comparative study on the regime of surrogacy in EU Member States, 2013, ndr) dicono in continuo aumento”, spiega l’avvocato Eleonora Molinari. Tuttavia, solo Grecia e Regno Unito la consentono, negli altri paesi dell’Ue, laddove non sia proibita, è tollerata o semplicemente non regolata. Stando ad una risoluzione del Parlamento europeo (2015/2229 INI) l’orientamento dell’Unione è di condanna, “ma il tema – conclude – è delicatissimo e l’Europa è ancora un po’ indietro sulla tematica”.
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