Cento. Un gelido, ma luminosissimo sabato mattina ha accolto la “Maratona di lettura” curata dagli studenti del liceo Cevolani di Cento, coordinati dalla docente G. Taddia, in una piazzetta Lambertini impreziosita da un metaforico percorso di libri da cui germogliavano piantine.
Una vera e propria festa: una festa della parola, che ha fatto assaporare ai presenti la bellezza della lettura, la bellezza di scoprire e di scoprirsi attraverso la letteratura, la bellezza di ascoltare il suono, la musicalità delle tante lingue rappresentate dai ragazzi
Più di trenta lettori, in sedici diverse lingue antiche e moderne: un caleidoscopio di storie, riflessioni, emozioni, sentimenti che hanno portato sulla piazzetta di san Lorenzo voci provenienti da diversi angoli di mondo, talora da noi molto lontane nello spazio e nel tempo, eppure capaci di parlarci. Come ha testimoniato la presenza di un folto pubblico di ascoltatori (tra cui alcune classi della scuola media di Cento) che hanno sfidato il clima rigido per ascoltare qualche lettura.
Le voci dei ragazzi hanno trasportato i lettori-ascoltatori dal mondo antico greco–romano di Omero, Seneca e Virgilio, all’Europa moderna e contemporanea di Leopardi, Prevert, Kafka, Orwell, Andric all’ Oriente del “Dante dell’Asia” Muhammad Iqbal e di Nizar Qabbani, alla Cina di Confucio, al sud America di Neruda e ancora a tanti altri autori, lingue, culture.
E chissà che la letteratura non possa portare frutto, secondo l’auspicio dei metaforici libri: che non possa aiutare a costruire, attraverso la pluralità delle lingue e delle culture, quel “ponte” anelato da Andric come risposta all’“eterno e mai soddisfatto desiderio dell’uomo di collegare, pacificare e unire tutto ciò che appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi, affinché non ci siano divisioni, contrasti, distacchi”. E affinché ad ogni Andromaca siano, se non proprio risparmiate, almeno asciugate le lacrime.
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