Attualità
8 Febbraio 2016
Nel caso dei Pcb rilevati almeno tre superamenti di oltre 10 volte (di cui uno di ben 402 volte) della Csc

Ca’ Leona, tutte le sostanze cancerogene trovate

di Redazione | 3 min

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(foto di repertorio)

(foto di repertorio)

Nelle acque sotterranee adiacenti all’ex-discarica Ca’ Leona sono state rintracciate negli anni concentrazioni di sostanze tossiche fino a 30 volte maggiori i livelli accettabili secondo la legge. Lo affermano Luigi Gasparini, Stefano Bulzoni e Vanna Ruggeri al termine del loro esposto sull’inquinamento del sito di Casaglia.

E per farlo prendono come punto di riferimento le concentrazioni soglia di contaminazione (Csc) adottate dal gruppo di lavoro istituito dal decreto “terra dei fuochi” per definire un modello scientifico di riferimento per la classificazione dei terreni del territorio campano e il loro relativo utilizzo.

Per capire cosa sia il Csc, viene in soccorso la definizione fornita dall’Arpa della Toscana, secondo cui “i livelli di contaminazione delle matrici ambientali, da determinare caso per caso con l’applicazione della procedura di analisi di rischio sito specifica e sulla base dei risultati del piano di caratterizzazione, il cui superamento richiede la messa in sicurezza e la bonifica. I livelli di concentrazione così definiti costituiscono i livelli di accettabilità per il sito”.

Ora, in merito al più alto livello di rischio (livello 5), che si raggiunge quando il contenuto totale di almeno un inquinante supera più di 10 volte la relativa Csc, la task force della Terra dei fuochi, ritiene necessario “proporre misure di salvaguardia atte a garantire la sicurezza delle produzioni agroalimentari sul sito, nelle more della esecuzione di ulteriori indagini analitiche”.

Bene, secondo l’esposto, “nelle acque sotterranee adiacenti all’ex-discarica Ca’ Leona, sono molti gli inquinanti che superano più di 10 volte la relativa Csc”.

Tra questi i Pcb (policlorobifenili), sostanze tossiche classificate dallo Iarc (l’Agenzia internazionale per la ricerca contro il cancro) tra gli agenti cancerogeni per l’uomo, per i quali sono stati “rilevati almeno tre superamenti di oltre 10 volte (di cui uno di ben 402 volte) della relativa Csc in tre campioni nel mese di luglio 2005”.

Viene poi l’Arsenico, altro agente cancerogeni per l’uomo: “rilevati un superamento di ben 33,7 volte della relativa Csc in un campione del 10 aprile 2012 e uno di 9,9 volte il 15 aprile 2013.

Per il Piombo è stato rilevato almeno un superamento di ben 16,6 volte in un campione del maggio 2004. Almeno un superamento anche per i Nitriti. Questa volta di 36 volte la relativa Csc, in un campione del 15 aprile 2013.

Vengono poi superamenti di oltre 10 volte per il Manganese e per il Ferro, riscontrati “in molti campioni dei rapporti inviati dall’Arpa alla procura”.

Quando invece il contenuto totale di almeno un inquinante supera da 2 a 10 volte la relativa Csc, il gruppo di lavoro campano parla di Livello 3, “rischio alto”.

Anche qui le sostanze riscontrate nelle acque sotterranee adiacenti a Ca’ Leona superano quei livelli. Secondo i campioni Arpa, l’Alluminio, sostanza cancerogena per l’uomo a seguito di esposizione per inalazione, è stato rilevato in almeno un caso con un valore di concentrazione superiore da 2 a 10 volte. Almeno due valori rilevati invece per il Dicloropropano, anch’esso cancerogeno. Almeno un valore rilevati invece per il Tetracloroetilene, sette per il Nichel, uno per il Benzo(g,h,i)perilene, uno per l’Antimonio e uno per lo Zinco.

“È evidente che si rende necessario – si legge nell’esposto – un’indagine accurata sulla qualità dei terreni per verificarne l’idoneità alla coltivazione di prodotti agricoli destinati al consumo alimentare umano e/o animale e per verificare che siano conformi alle normative vigenti, che definiscono i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari”.

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