Renazzo. Due colpi estremamente violenti al capo che hanno causato un’emorragia cerebrale dalla quale è scaturito il decadimento delle funzioni vitali, e un taglio di 15 centimetri nella zona occipitale sinistra.
Così – secondo la perizia di Rosa Maria Gaudio – è morta dopo cinque giorni di agonia Cloe Govoni, l’ex insegnante di 84 anni, aggredita in un tragico 6 novembre insieme alla nuora Maria Humeniuc nella propria abitazione di Renazzo.
Sotto accusa ci sono due persone: Leonard Veissel e Florin Grumeza, cittadini romeni di 26 e 22 anni (assistiti dagli avvocati Fabio Chiarini e Lorenzo Muracchini) ma è difficile capire se i colpi siano stati inferti da entrambi o solo da uno di essi. I due finora si sono passati a vicenda la patata bollente delle responsabilità. C’è però anche il DNA ad inchiodarli in quella casa: la perizia del genetista forense Matteo Fabbri ha rivelato tracce delle due donne nelle suole delle scarpe di entrambi. “Il DNA – afferma l’avvocato della famiglia Govoni, Salvatore Mirabile – era sulle scarpe: sulle suole ma anche all’altezza dei lacci e questo è compatibile sia con la presenza di entrambi, colpiti magari da uno spruzzo di sangue, sia col fatto che abbiano addirittura colpito con dei calci le donne”. Secondo il legale i due avrebbero massacrato le due donne “per cercare di ottenere informazioni su dove fossero custoditi i gioielli e i soldi”. Insomma, per “futili motivi”, tanto che per Mirabile: “L’unico sbocco che auspico è quello dell’ergastolo per entrambi, possibile anche se venissero giudicati con il rito immediato. Hanno compiuto un’azione veloce, coordinata e violenta”.
Ma dalle parole dell’avvocato traspare anche una rabbia diversa, non solo perché “non hanno mai ammesso realmente le proprie responsabilità”, ma anche perché, “non si sono nemmeno mai preoccupati di porgere le proprie scuse alla famiglia, anche se non le avremmo accettate: la signora Humeniuc ha subito una grave invalidità a causa del pestaggio e avrà bisogno di aiuto per tanto tempo”.
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