Recensioni
6 Febbraio 2016
In proiezione Il figlio di Saul, Remember e Il sale della terra

Film d’alto livello al Boldini

di Redazione | 3 min

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RememberContinua la programmazione di film davvero eccellenti sul tema della Memoria presso la sala Boldini di Ferrara. In alternanza, fino al 9 febbraio prossimo, sarà possibile visionare Il figlio di Saul, dell’ungherese Lázló Nemes, candidato all’Oscar 2016, e Remember dell’egiziano/armeno naturalizzato canadese Atom Egoyan, un vero capolavoro e come concezione e come interpretazione, presentato in concorso a Venezia in settembre, nel corso dell’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

S’avvale, peraltro, delle 2 performances, davvero sopra le righe, di due mostri sacri del teatro e dello schermo, Chris Plummer (presente a Venezia in conferenza-stampa via etere cioé in video-conferenza col regista Egoyan) e Martin Landau, grande caratterista per Hitchcock in uno dei suoi capolavori, North by Northwest – Intrigo internazionale, del 1959. Forse questo ha indotto certa critica a ‘liquidare’ banalmente Remember come un thriller del maestro del brivido per eccellenza: nulla di men vero.

E’ un plot che parla di Shoah, di aguzzini nazisti, di orrori, ma il senso del ribaltamento, il suo essere inaspettatamente ed insospettabilmente straniante rispetto alla dolente tematica, specie nel finale assolutamente fuori da umana concezione, lo rende un qualcosa da vedere e da mostrare, soprattutto, alle future generazioni per non dimenticare davvero che ‘ciò che è stato potrebbe banalmente, come Male, ripetersi’ – per dirla con Primo Levi ed Hannah Arendt, ad un tempo. Più delicato, sommesso il film di Nemes, un racconto che, specie nel finale, ricorda quel capolavoro che è Train de vie del 1999 di Radu Mihăileanu, affabulando intorno all’essere surreale di una inverosimile felicità per chi vivesse, in qualsiasi condizione, ad Auschwitz.

Una trama che mostra, con la ‘violenza’ dei movimenti della m.d.p. a mano e le raffigurazioni fatte di pudore flou, le immagini in secondo piano di torture, omicidi, strazi perpetrati a pochi metri di distanza che si ‘svolgono’ alle spalle del protagonista sempre invece in primo piano con il suo viso perso, attonito a scavare nei millenni del dolore del mondo, un Enea che porta sulle spalle non il padre Anchise, ma ‘ciò che resta’ – i pezzi, come dicono le voci off dei nazisti fuori campo visivo – del figlioletto Ascanio, il suo futuro ucciso freddamente sotto i suoi occhi disperati ed impreparati ad opporre qualsiasi resistenza. Film quasi privo di musica, solo parole, urla ed il silenzio – vera colonna sonora non sonora – a sottolineare ancor più gli orrori che mostra.

Il 10 febbraio sarà in visione, sempre alla sala Boldini, Il sale della terra di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, il figlio del grandissimo fotografo brasiliano Sebastião su cui è incentrato il monumentale e splendido documentario, un autentico omaggio al nostro meraviglioso pianeta, quello che andiamo distruggendo ed in cui però viene suggerito dallo stesso artista e dalla sua eccezionale compagna di vita, Lélia Wanick, il modo per salvarlo, per rimboscarlo, per ripiantare e ricreare forme di vita floro-faunistiche ormai da considerarsi perdute. Vincitore di vari premi internazionali, è stato presentato a luglio scorso a Pesaro nell’àmbito del DocuFilmFest diretto da Luca Zingaretti/Montalbano.

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