Economia e Lavoro
1 Febbraio 2016
Una cinquantina i risparmiatori ferraresi alla manifestazione nazionale. Tarroni: "Nostro caso è particolare, gente rimasta incastrata"

Carife, anche Ferrara protesta a Roma

di Redazione | 2 min

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La rabbia dei risparmiatori Carife “azzerati” dal decreto Salvabanche si è fatta sentire ieri a Roma nel corso della manifestazione di protesta in piazza Santi Apostoli, che ha riunito un centinaio di azionisti e obbligazionisti rimasti intrappolati dal fallimento delle quattro banche (oltre a Carife, Etruria, Marche e CariChieti).

Un raduno nazionale dei “truffati” rumoroso, tutti o quasi muniti di cartelli eloquenti e striscioni con frasi più o meno “colorite”, con il gruppo degli “azzerati” ferraresi forse più numeroso (una cinquantina i partecipanti), partito da Ferrara in pullman attorno alle 3.30 per raggiungere la capitale.

Insieme a loro i rappresentanti delle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, guidati da Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, e i politici di alcuni partiti d’opposizione: presenti alcuni deputati M5S, tra cui Daniele Pesco e Alessio Villarosa, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri e il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli di centro-destra.

Alla testa del gruppo ferrarese Mirko Tarroni, rappresentante del Comitato Vittime del decreto Salva-Banche, che dal palco ha spiegato al microfono come la situazione Carife sia “esemplificativa” e un “caso particolare”.”Se c’è stato un errore nel collocamento dei titoli – ha detto Tarroni – a Ferrara questa cosa è più in ombra. A Ferrara il collocamento risale al 2006-2007 e la banca era vigilata dal 2009. Nel nostro caso è l’azzeramento operato dal Governo il fatto clamoroso e anomalo. Bankitalia dal 2013 era dentro Carife con il commissariamento che è durato fino al 2015. Invito tutti i giornalisti a venire a Ferrara e ad ascoltare questa storia, perché cercare responsabilità all’interno della banca non coglie nel segno. C’era una proposta di intervento del Fondo Interbancario che rappresentava già soluzione, mentre dalla sera alla mattina il fatto di avere una soluzione sul tavolo si  è trasformata incredibilmente in un baratro, in un inferno”.

Tarroni ha quindi ribadito un concetto già espresso con forza in altre occasioni: “Le persone che vedete qui oggi non sono speculatori, probabilmente a malapena riescono a riconoscere quello che viene scritto sul documento di sintesi di un titolo. Per questo è naccettabile essere additati come speculatori. Questa sono persone che sono rimaste incastrate in un cambio di normativa: abbiamo testimonianza da parte dei vertici di Bankitalia, Consob e Abi che questa normativa non doveva essere retroattiva”.

 

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