Argenta
17 Gennaio 2016
Pavani: “Informare la banca della volontà di riscossione dei propri crediti”

Carife, Adoc invita a “interrompere la prescrizione”

di Redazione | 3 min

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04be8a4b-4c2d-49a6-9810-de1f26f452d7di Matteo Rubbini

Argenta. “Chi vi dice che sarà una passeggiata, vi sta mentendo”. Con queste parole Paolo Pavani, vicepresidente provinciale dell’Adoc (Associazione Difesa Orientamento Consumatori), ha riassunto il complesso iter che i risparmiatori che hanno investito in azioni e obbligazioni Carife dovranno seguire per poter vedere una luce in fondo al tunnel.

Il Teatro dei Fluttuanti è gremito di persone che vogliono sapere di più riguardo allo scandalo Carife e iniziare a districarsi nella complessa e anglofona terminologia che gli esperti del settore utilizzano per descrivere la situazione della banca ferrarese.

L’incontro, voluto fortemente dal sindaco Antonio Fiorentini, ha riunito associazioni di consumatori, esperti del settore e avvocati, che hanno fornito le loro competenze per chiarire il più possibile quello che dovrebbe essere il nuovo quadro normativo, in tema bancario, alla luce della legge di stabilità del 2016.

La tavola rotonda, dopo i diversi interventi, ha fatto chiarezza su alcuni punti: se l’intento iniziale di diversi cittadini era quello di intraprendere una class action, quest’ultima è stata definita “inutile”, in quanto “ogni risparmiatore ha una storia a sè che non permette il nascere di tale procedimento”. Azione diversa invece da seguire sarà quella di “interrompere la prescrizione”, ovvero “informare Carife della volontà di riscossione dei propri crediti”, azione realizzabile anche grazie all’aiuto delle associazioni dei consumatori come l’Adoc che hanno già provveduto a stilare un modello da compilare.

A questo si aggiunge che “un’eventuale azione legale potrà essere intrapresa da tutti, senza distinzione tra chi ha investito in obbligazioni o azioni, ma farlo impedirà l’accesso ad un eventuale fondo rimborsi”.

Punto nodale della questione, come ricordato da Pavani, sarà capire i modi e le eventuali misure in cui gli investitori sono stati resi consapevoli di quello che stavano facendo e se è stata fatta una trasparente informazione inerente alla condizione economico-finanziaria della Banca. In poche parole: le scelte dei risparmiatori sono state fatte con consapevolezza o la Carife ha taciuto sui rischi influenzandone l’agire?

29203238-8ace-43ba-896b-b23d23b58d01In discussione anche le responsabilità degli organi di vigilanza della banca, Consob e Banca Italia su tutti: “un ipotetico accertamento anche da parte di questi ultimi potrebbe rappresentare un significativo passo in avanti nel conflitto risparmiatori-Carife”.

Gran parte dell’incontro è stato dedicato all’illustrazione del bail in (in vigore dal primo gennaio 2016), ossia il ‘salvataggio interno’ che tocca anche i depositi superiori a 100.000 euro e che svaluta azioni e crediti per assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca.

Sono due, secondo il vicepresidente dell’Adoc, le azioni da seguire: continuare a fare sentire la propria voce, anche tramite pressioni politiche su Roma, e rivolgersi alle associazioni dei Consumatori. “Mancano però ancora diversi elementi per poter capire bene la situazione”, conclude Pavani.

In chiusura, nello spazio riservato agli interventi del pubblico, è intervenuta anche Gabriella Azzalli, consigliere comunale di Argenta Rinnovamento, che ha sollecitato i presenti a interrompere il prima possibile i tempi di prescrizione mandando una raccomandata alle vecchia banca: “Ferrara deve farsi sentire”.

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