Indiscusso
31 Dicembre 2015

Facciamo finta di respirare

di Marzia Marchi | 3 min

Con tutto il rispetto per i truffati dalle banche mi si storce il naso che di fronte ad un’emergenza ambientale senza pari, si continui a mobilitarsi per i soldi e non per la vita stessa! Non mi riferisco soltanto all’emergenza di questi giorni di nebbia persistente, che affogano i gas e le polveri sottili lungo le strade ad altezza uomo, ma a quanto emerso dalla Cop21 di Parigi dove 190 Paesi si sono ritrovati a riconoscere lo stato di allarme che affligge il Pianeta. Una situazione che porterà sull’orlo della distruzione le terre di milioni di persone se non si riuscirà a contenere l’innalzamento della temperatura globale entro i 2 ° prima del 2030.

Ciò che non si vuole cogliere è QUANTA correlazione ci sia tra la crisi finanziaria-economica che stiamo vivendo e il depauperamento delle risorse naturali e dei beni comuni fondamentali alla vita come l’acqua.

L’attribuzione del potere regolatore del mercato (che poi è controllato dalle solite caste di potere mondiale) e lo sfrenato liberismo economico che ne è derivato hanno già mostrato – se mai ce ne fosse stato bisogno- che la conseguenza è l’impoverimento globale del Pianeta. La legge del profitto raramente converge con quella della natura. Le risorse si riducono e scatta la lotta per il loro controllo , così l’Occidente ricco ingaggia le guerre per accapparrarsi le riserve di combustibili, le materie prime e l’ACQUA! I depredati fuggono e vengono a bussare alle nostre porte che trovano chiuse nell’assurdo tentativo di difesa di un mondo che si sta sgretolando tra le mani.

Ci dicono che in tutta Italia stiamo respirando veleni e in particolare nella nostra pianura padana ma i cittadini non scendono in piazza per dire: “ basta, vogliamo misure risanatorie”. No, si trovano nelle piazze per riavere i loro soldi, richiesta più che legittima non fosse per il fatto che quei soldi truffati sono serviti per arricchire costruttori immobiliari, per finanziare corruttele di pseudo grandi opere strutturali, per sostenere un sistema economico che costruisce ciò che giorno per giorno ci intossica l’aria e l’acqua che ci circondano.

Non ho soldi e dunque nessuna necessità di affidarli a qualsivoglia banca ma se fossi un cittadino truffato esigerei la lista degli investimenti in cui sono confluiti e vorrei dal Governo non i miei soldi ma il parimenti investimento di tutte le cifre truffate per mettere in atto misure di risanamento ambientale.

Perché cambiare sistema si può ma dobbiamo volerlo tutti. Dobbiamo volere respirare veramente e non per finta fino al punto in cui non saremo più in grado di farlo. Non ci servono i soldi per comprarci il Suv e riempirci di beni ad alto consumo energetico che poi si traducono troppo presto in rifiuti che ci assediano sotto terra e per aria.

Anticipo il primo commento: vuoi tornare all’età della pietra?? Sono anni che me lo sento dire nell’attività da ambientalista. In verità non voglio proprio ma è ciò che accadrà se non agiamo un’ inversione di rotta sul nostro stile di vita.

Non ci sarà tecnologia sostitutiva dei nostri polmoni afflitti da un tasso crescente di tumori, non ci sarà argine alla fuga di coloro che perderanno le loro terre devastate dalle alluvioni o dalla siccità, non ci sarà magia o “danza della pioggia” – come dice efficacemente Ermete Realacci di Legambiente ma anche del Pd se il suo stesso partito al governo in questa nazione e in questa regione non metterà in atto “un cambiamento di cultura e di mentalità, ancora legati ad una visione economica del secolo scorso”. Le strade esistono e non mi metto nemmeno ad elencarle. Questo è ciò che ho fatto negli ultimi 30 anni della mia vita. Ora vorrei vederle praticate.

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