“Uscire dalla chimica e mettere a rischio la raffinazione e la produzione di energia elettrica nel Paese è una scelta dannosa per la sicurezza e il futuro sia delle attività industriali in Italia che dello stabilimento di Ferrara”. Con queste parole i sindacati Filctem – Cgil, Femca – Cisl e Uiltec – Uil annunciano lo sciopero unitario dei lavoratori del petrolchimico che si svolgerà nella giornata giovedì 3 dicembre.
Uno sciopero che deriva dalle sempre più frequenti voci di un progressivo abbandono da parte di Eni del settore della chimica, con pesanti conseguenze in termini di produzione e occupazione nelle aziende del gruppo, che nello stabilimento ferrarese è rappresentato dalle aziende Versalis, Enipower, Sef, Syndial, Eni Corporate ed Eni Servizi.
Lo sciopero, che verrà preceduto da una serie di assemblee informative nei reparti di produzione, prevede un presidio delle portinerie dalle 8 alle 10 per i lavoratori giornalieri, seguito da una assemblea retribuita fino alle 12. Durante il turno dalle 14 alle 22 gli impianti osserveranno poi due ore di sciopero con minimo tecnico garantito nei reparti produttivi.
Tra i punti più critici per il futuro del comparto chimico vi è l’ipotesi di una cessione dell’azienda Versalis, sulla quale secondo i sindacati si sarebbero posati gli occhi di investitori stranieri. A tal proposito è intervenuto in parlamento anche il deputato di Sel Giovanni Paglia, che in attraverso un’interrogazione presentata a ottobre ha chiesto al governo di fornire garanzie sull’assetto proprietario della società: “La chimica ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo industriale del nostro Paese – afferma Paglia – e ancora può continuare a farlo, se dotata di adeguati investimenti. Non possiamo accettare che si faccia un altro passo verso la deindustrializzazione, tanto più quando a essere coinvolta è un’azienda a capitale prevalentemente pubblico. Aspettiamo a breve una risposta del Governo, che ci auguriamo possa essere tranquillizzante”.