Cronaca
30 Novembre 2015
Si è occupato per anni di strade e sicurezza. Ciannilli: "Grazie ai sostenitori e a chi ci ha considerato fumo negli occhi"

Chiude il Comitato Paglierini: “Più critiche che plausi”

di Redazione | 3 min
Immagine d'archivio

Immagine d’archivio

Dopo 13 anni di attività ufficiale e almeno 6 precedenti, ufficiosi, il Comitato per la sicurezza stradale “F. Paglierini” chiuderà tra un mese esatto la propria attività. Ne dà notizia il presidente Luigi Ciannilli, che ha motivato la decisione senza nascondere la propria delusione: “Sono assai più le critiche, che abbiamo ricevuto in questi anni, dei plausi per aver contribuito a scongiurare ulteriori più lutti di quanti in effetti si sono e sarebbero verificati (e, tantissimi di quelli verificatisi, si potevano anch’essi tranquillamente evitare, se vi fosse stata la giusta attenzione e ‘prevenzione’ al problema)”.

Ciannilli richiama gli articolo 13 e 14 del Codice della Strada, che prevedono norme precise per la realizzazione e gestione della strada da parte el gestore, aggiungendo che poi “il legislatore, come spesso avviene, si è dimenticato di prevedere le sanzioni a carico degli stessi, se quelle disposizioni non fossero state rispettate e prima che scattassero, o venissero promosse, azioni di carattere penale”.

Il rammarico per l’interruzione dell’attività del Comitato “Paglierini” trasuda da ogni frase del comunicato con il quale il presidente ne annuncia la chiusura: “Ringraziamo quanti (non molti in verità), a qualsiasi livello, ci hanno sostenuti, e anche quanti non l’hanno fatto e ci vedevano, invece, come fumo negli occhi. Come disturbatori che rompevano ogni volta, ad ogni incidente mortale, la ‘quiete del territorio’. Ma una raccomandazione, l’ultima, vogliamo darla proprio a costoro se, in particolare, nei prossimi anni (perché contrariamente a quanto si sbandiera il fenomeno è in aumento, se si tiene conto della crisi economica e del calo dei consumi di carburanti), dovessero scoprirsi essere loro i “toccati” – direttamente o indirettamente – dei nostri odiati elenchi annuali dei morti, aggiornati in tempo reale. Materia su cui la “Repubblica” – intesa come Stato, non come giornale – non ci è ancora, e purtroppo, arrivata a capire l’importanza a fini di “prevenzione””.

“Lo suggeriamo – conclude Ciannilli – prendendo proprio spunto da un caso, uno dei tanti a cui abbiamo dato sostegno in questi anni e che, proprio in questi giorni, sta interessando le aule giudiziarie; se dovesse succedervi di essere vittima di un incidente stradale, o di avvertirne ancor più il peso e il dramma in caso lo fosse la persona a voi più cara, ebbene, seppur presi dallo struggente dolore che simili accadimenti causano, abbiate la forza di incaricare qualcuno di andare immediatamente a fotografare e immortalare lo ‘stato dei luoghi’ in cui si è verificato il sinistro. Potrebbe essere utile in seguito, quando, oltre al danno – come già tante volte accaduto – vi si prepara la ‘beffa’. Perché rarissimamente nel nostro Paese chi decede ha ragione su chi resta in vita ed è stato, direttamente o indirettamente, causa di quel decesso. Un saluto sincero a tutti e … auguri!”.

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