di Carolina Fiorini
“In occasione dell’anniversario della giornata internazionale contro la violenza alle donne le associazioni uniscono le voci per sensibilizzare, denunciare e tutelare due parti deboli della società, donne e minori esposte a situazioni di rischio e violenze sessuali”. Con queste parole Chiara Sapigni, assessore alle Politiche Sociali del comune di Ferrara, apre l’incontro dedicato alla sensibilizzazione sul fenomeno della tratta e sfruttamento di donne e ragazze, organizzato dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ospitata da don Michele presso la parrocchia di Sant’Agostino in zona Krasnodar.
“Vogliamo essere parte attiva della lotta – prosegue l’assessore Sapigni – e creando una sinergia tra le istituzioni, dare la possibilità alle donne coinvolte nei giri di prostituzione e di schiavitù di uscirne, intraprendendo un percorso di recupero e sostegno psicologico, progetto già avviato dal Centro Donna Giustizia”. La lotta contro la violenza sessuale però non tutela soltanto l’elemento femminile, bensì abbraccia anche la realtà degli aggressori attraverso l’apertura di centri di ascolto per gli uomini maltrattanti con l’intento di arrivare all’origine della violenza.
Nella sala della parrocchia gremita di persone è intervenuta anche Laila Simoncelli, avvocato consulente dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, che ha approfondito l’aspetto giuridico: “La convenzione del ’49 giudica la prostituzione, e il male che l’accompagna, illegale e incompatibile con la dignità umana, principio principe dell’interezza dell’essere umano.” Il 90% delle prostitute sono oggetto di tratta, sottomesse, circuite e violentate, danno cioè un “consenso viziato” ottenuto con la violenza che diviene normalità. “Ogni donna è obbligata ad avere dai trenta ai cinquanta rapporti sessuali a notte – prosegue l’avv. Simoncelli –. Ma il mercato del sesso ha tre attori: l’oggetto, il commerciante e il cliente; se si vuole abbattere un mercato bisogna colpire la domanda”.
Il 70% degli uomini che chiede questo mercato è sposato e parte della sensibilizzazione prevede la richiesta di una procedura sanzionatoria per scoraggiare la domanda e un’importante avvicinamento alla didattica per entrare nelle scuole, discutere con i ragazzi dei problemi che dal tramonto in poi avvengono sotto agli occhi di tutti, per dire che “un vero uomo non compra le donne”.
Ruolo di grande importanza viene giocato dalle unità di strada che instaurano contatti e recuperi con una grandissima parte delle donne che si prostituiscono. L’intervento di Irene Ciambezi, referente del Servizio Antitratta della zona Emilia, è stato particolarmente chiarificatore su ciò che accade: “Stiamo seguendo il caso di una bambina straniera di 13 anni, inizialmente abusata all’interno della famiglia; come lei tante hanno un percorso lunghissimo di stupri, alcune vengono vendute già nel proprio Paese”. Il Servizio di Antitratta opera assieme ai servizi sociali, questura, carabinieri e polizia municipale per monitorare il racket di prostituzione che popola la città di notte e che da numerosi anni approfitta dell’emergenza profughi.
Il traffico di persone è un reato transnazionale, la tratta delle donne è illegale e colpisce la dignità umana, che questa avvenga sui marciapiedi, nei sedicenti centri di massaggio o nei bordelli europei.
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