Eventi e cultura
29 Novembre 2015
Dal borgo austriaco quattro grandi musicisti al Comunale per la stagione di Ferrara Musica

Lockenhaus on Tour nel segno della Mitteleuropa

di Redazione | 2 min

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Lockenhaus Tour (foto di Balazs Borocz - Pilvax Studio)

Lockenhaus Tour (foto di Balazs Borocz – Pilvax Studio)

Martedì 1 dicembre, alle ore 20.30, al Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado”, Ferrara Musica propone un importante concerto cameristico, intitolato Lockenhaus on Tour: ne sono protagonisti la violinista norvegese Vilde Frang – una delle punte del violinismo mondiale, che l’anno scorso ha inaugurato la stagione 2014/2015 di Ferrara Musica – il violista James Boyd, il violoncellista Nicolas Altstaedt e il pianista Alexander Lonquich – più volte ospite delle stagioni di Ferrara Musica, impegnati in un bel programma mitteleuropeo sospeso tra Ottocento e Novecento.

Il nome del progetto nasce dall’omonimo festival austriaco di musica da camera, di cui Altstaedt è direttore artistico: nel borgo di Lokenhaus, adagiato nel cuore del parco naturale di Geschriebenstein (ai confini fra Austria ed Ungheria), si danno appuntamento ogni anno, in estate, decine di artisti di varie nazionalità e di diverse estrazioni culturali. I quattro musicisti hanno pensato di riproporre in un tour invernale l’atmosfera di questa importante esperienza.

Si inizia con il Trio per pianoforte e archi op. 65, il terzo dei quattro Trii per pianoforte e archi di Antonin Dvorák, scritto da un compositore che stava attraversando un periodo di prodigiosa facilità creativa, essendo stato redatto in appena quattro mesi, da febbraio a maggio 1883. Partitura di amplissime proporzioni, in quattro movimenti, il Trio è al tempo stesso legato a una genesi difficile: a questa apparente contraddizione contribuì senz’altro la perdita della madre, alla quale Dvořák dedicò peraltro l’Improvviso in re minore per pianoforte. Segue il Trio d’Archi in due movimenti del compositore ungherese Sándor Veress, allievo di Kodály e Bartók, un’opera chiave del Ventesimo Secolo, espressiva e nitida, ricca di fuoco percussivo e di folklore magiaro. L’opera rappresenta un confronto diretto con l’origine ungherese del compositore, e in particolare il modello di riferimento sono le opere cameristiche di Bartók, e rivela inoltre la profondità dei primi esperimenti di Veress con le tecniche seriali.

La seconda parte del concerto è occupata dal Quartetto per pianoforte e archi op. 13 di Richard Strauss. La composizione, terminata nel 1884, appartiene alla prima fase creativa di Strauss, quella che va dal 1877 al 1890, un arco di tempo in cui nascono moltissime delle sue composizioni cameristiche. E’ molto evidente in quest’opera, la ricerca di un vero e proprio “sinfonismo” affidato a quattro soli strumenti, che si spalleggiano in un gioco di squadra mirato alla ricerca di un volume sonoro che vada ben oltre l’aspetto “cameristico”. La stupefacente capacità di rintracciare sempre nuove idee melodiche si alterna con un’esigenza di trasgressione ritmica che trova nell’ultimo movimento il suo apice quasi naturale.

Info: tel. 0532 202675 – Email: biglietteria@ferraramusica.it.

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