Cronaca
28 Novembre 2015
Tra pubblico e privato, le idee del dg del Sant'Anna e della consigliera regionale del M5S

Confronto Carradori-Sensoli sul futuro della Sanità

di Redazione | 3 min

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20151127_160822di Daniele Modica

“La Sanità, e penso di rappresentare il pensiero diffuso nel mio Movimento politico (M5S, ndr), deve rimanere pubblica per quanto attiene alle strutture fondamentali, perché solo questo sistema, basato sulla fiscalità generale, può garantire i servizi essenziali così come sancito dalla nostra Costituzione. La Carta Costituzionale non può essere in nessun modo oggetto di interpretazione, ma solo di una sua rigorosa applicazione”. È stata molto chiara, inflessibile, Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della commissione Sanità, questo pomeriggio al convegno dal titolo “Pubblico e privato per il futuro della sanità” organizzato dall’associazione Ferrara Attiva al Salone d’Onore di Palazzo Roverella. Un’occasione di confronto tra importanti protagonisti della sanità ferrarese ed emiliano romagnola interpellati sull’equilibrio dei rapporti tra pubblico e privato.

L’incontro è stato moderato dalla presidente dell’associazione, l’avvocato Marcella Pacchioli. Oltre a quello della Sensoli, gli interventi di Tiziano Carradori, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Sant’Anna di Cona, Adolfo Sebastiani, delegato del Rettore di Unife, Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe, Bruno Biagi, presidente Aiop Emilia Romagna e Fiammetta Fabris, direttore generale di UniSalute Spa.

Carradori ha esposto un’idea di gestione del sistema sanitario diversa da quella di Sensoli e che prevederebbe un incremento delle responsabilità del privato: “Tutto è rimasto come anni fa – ha dichiarato -: il pubblico pianifica e interloquisce, detiene quasi completamente la responsabilità, mentre pur mantenendo il pubblico in una posizione di governance è importante avviare una programmazione più inclusiva, dove le responsabilità siano suddivise”. Una visione che pare poco conciliarsi con quella della consigliera del Movimento 5 Stelle. “Non dimentichiamo – ha precisato Carradori – che attualmente il nostro sistema è integrato, che su 8 miliardi e mezzo di spesa sanitaria dei residenti in regione, il 45% remunera soggetti privati, i quali attualmente assicurano il 24% dei posti letti per le degenze”.

Sensoli ha ribadito con forza come il nostro sistema sanitario debba confermare la sua natura pubblica: “Sono necessari – ha spiegato – maggiori investimenti pubblici sia a livello locale che nazionale. Serve ad esempio un piano straordinario di assunzioni che riguardi sia il personale medico che quello sanitario”. Insomma la ricetta di Sensoli è una sola (più pubblico), mentre per Carradori la visione è più articolata e in generale “non esistono ricette, nessuno di noi può dire di averne una in tasca”.

Visione ancora diversa invece quella di Nino Cartabellotta di Gimbe, che parla di “soluzioni per un diritto leso” dato che come ricorda “tra il 2012 e il 2015 sono stati tagliati al servizio sanitario nazionale 25 miliardi di euro”. Per Cartabellotta la via preferenziale viene dalla sistemazione degli sprechi, dalla riduzione dei sovrautilizzi, dalla lotta alle frodi, dall’abbassamento dei prezzi eccessivi per materiali e strumentazione e ancora dalla semplificazione amministrativa. Cartabellotta non chiede allo Stato più risorse, “ma prima di tutto l’utilizzo corretto di quelle presenti” e in secondo luogo “la sicurezza sulle cifre messe a disposizione”.

Nel corso della giornata ogni relatore ha avuto modo di riflettere sulla situazione del sistema sanitario analizzato dal proprio particolare punto di vista, di volta in volta le imprese, le assicurazioni, ecc… . Interessante per il nostro territorio il contributo del professor Sebastiani, delegato del Rettore, che ha ricordato quanto l’Università può fare per la sanità. “A cominciare – ha illustrato – dalla didattica. Su 17.500 studenti del nostro ateneo circa 4 mila frequentano l’area medica. I corsi di laurea attivati sono dieci e la preparazione è al massimo livello possibile: siamo al secondo posto mondiale per produzione di testi di ricerca scientifica”. L’intervento di Sebastiani è servito a ricordare il ruolo della ricerca e dell’istruzione nello sviluppo quantitativo e qualitativo di cure mediche e interventi sanitari.

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