Economia e Lavoro
26 Novembre 2015
Dura presa di posizione dell'associazione: "29mila famiglie e attività colpite, nonostante sei anni di presenza di Bankitalia"

L’imbarazzo di essere “Amici di Carife”

di Redazione | 3 min

Leggi anche

Hera chiude il 2023 con un utile di 375 milioni

Il consiglio di amministrazione del Gruppo Hera, presieduto dal presidente esecutivo Cristian Fabbri, ha approvato all’unanimità i risultati economici consolidati al 31 dicembre 2023

Cia Ferrara: “Modifiche della Pac, tempi strettissimi”

Le semine di mais, sorgo e soia sono alle porte e gli agricoltori stanno aspettando per capire se le modifiche alla Pac – il sistema di contributi europei che sostengono la produzione agricola - proposte dalla Commissione Europea diventeranno effettive in tempo, “liberandoli” da alcuni vincoli come il 4% di superficie da lasciare incolta e la rotazione colturale

unnamed (29)“Proviamo imbarazzo a portare il nome di Amici di Carife”. Anche l’associazione guidata da Marco Cappellari scende in campo contro l’operazione di salvataggio per i quattro istituti di credito (Banca Marche, Popolare dell’Etruria, CariChieti e Carife) varata domenica pomeriggio dal governo e da Bankitalia con l’approvazione della Bce. Un salvataggio che, come sta emergendo con sempre più chiarezza in queste ore, porterà all’annullamento del capitale azionario e di circa tremila obbligazioni subordinate.

“La nostra lunga amicizia – affermano i rappresentanti dell’associazione – non è stata ricambiata. I nostri associati, azionisti e obbligazionisti, ora hanno appreso dell’azzeramento dei loro titoli. Registriamo lo choc di tanti fedeli clienti di Carife; choc tanto più forte in quanto provato da coloro che hanno sempre dimostrato un alto tasso di affettività per quella che abbiamo sempre considerato la “nostra banca”, malgrado sei anni di calvario dal 2009 (inizio del crollo delle azioni) ad oggi”.

Dopo due anni di commissariamento, il 30 luglio 2015 Carife aveva un processo di salvataggio già predisposto e definito nei dettagli dai commissari di Bankintalia e approvato dall’assemblea dei soci, ma le cose non sono andate come soci e investitori in Carife avevano sperato. “L’azione era quotata a 0,27 euro – affermano gli Amici di Carife – ci era stata lasciata la speranza di una ripresa legata all’emissione gratuita dei warrant per i soci. Insomma, pur con il mal di pancia, si era arrivati ad una soluzione. Poi Il 22 novembre lo scenario è totalmente cambiato e ci ritroviamo a dover sopportare un “Bail in” (salvataggio a carico dei soci e obbligazionisti) inaspettato e in anticipo rispetto alla nuova normativa bancaria che andrà in vigore dal 2016”.

Il problema, secondo l’associazione, sta anche nelle altre tre crisi bancarie che hanno scompaginato le carte in tavola negli ultimi mesi: “Carife aveva già un progetto di salvataggio, non dovevamo assolutamente finire del calderone delle altre tre banche commissariate. Siamo soddisfatti del salvataggio dei dipendenti della banca, ma questo salvataggio è avvenuto chiedendo alla comunità un prezzo troppo alto: 29mila famiglie e attività sono state colpite. La logica del “male minore” non può giustificare una simile operazione”.

Alla fine per gli Amici di Carife saranno sempre i soliti: i risparmiatori che nel corso degli anni si erano illusi in un rilancio della banca, attratti anche dalle campagne pubblicitarie e dal benestare di Bankitalia di fronte all’aumento di capitale del 2011: “Gli azionisti e obbligazionisti colpiti, nella stragrande maggioranza non sono avvoltoi e speculatori avvezzi al rischio, ma sono aziende e piccole e medie imprese che avevano comprato azioni e obbligazioni in passato al posto dei BOT, considerando Carife una delle casseforti più affidabili sul mercato. Sappiamo che le origini di tutte i mali della banca sono da ricercare prima del 2009, ma dobbiamo ricordare che Banca d’Italia ha vigilato Carife dal 2009, poi ha richiesto e autorizzato l’aumento di capitale di 150 milioni del 2011, quindi ha commissariato la banca nel 2013 e ci ha presentato un piano di salvataggio a luglio 2015. Insomma, possibile che dopo sei anni di presenza di Bankitalia in Carife, la storia finisca ora con la sparizione dei risparmi di tante famiglie?. A questo va posto subito rimedio. Banca d’Italia ha dato continuità ai suoi uomini, che da commissari sono diventati amministratori. A loro, e a chi verrà dopo, chiediamo subito di trovare subito una soluzione”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com