Politica
26 Novembre 2015
Il presidente dell'Autorità anticorruzione replica alla lettera invitatagli dal sindaco

Appalto profughi a Camelot, Cantone risponde a Tagliani

di Redazione | 2 min

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Raffaele Cantone. Foto di veDro - L"Italia del futuro". CC BY 2.0

Raffaele Cantone. Foto di veDro – L”Italia del futuro”. CC BY 2.0

Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione  ha risposto alla lettera aperta del sindaco Tiziano Tagliani scaturita dopo la relazione di Cantone sul caso Camelot alla commissione parlamentare di inchiesta.

Tagliani, in sostanza, rilevava come le parole di Cantone in audizione fossero state travisate dai media, faceva alcune precisazioni sulla posizione dell’Amministrazione e chiedeva al presidente Anac un incontro “per un’espressione di giudizio oggettivo ed amministrativamente corretto che restituisca all’agire pubblico quella cornice di certezza in mancanza della quale è concreto il rischio di paralisi dell’attività”. In cambio, però, il sindaco riceve una risposta molto formale, a tratti secca, in cui Cantone rileva come, alla fine, lui e Tagliani abbiano detto le stesse cose.

“Nella Sua nota – scrive il presidente dell’Anac – Lei tiene a chiarire, innanzitutto, che ‘la gestione dell’emergenza immigrazione – così come delle problematiche di accoglienza dei soggetti richiedenti asilo – non rappresenta sotto nessun profilo un business per le amministrazioni locali’ ed aggiunge che le mie dichiarazioni alla Commissione ‘sono state interpretate nel senso che le amministrazioni ‘fanno affari’ sull’accoglienza, interpretazione che è legittimata da un silenzio dell’Anac su questo preciso elemento interpretativo’. Infine, a tutela dell’immagine dell’Amministrazione precisa che ‘nessun appalto fino ad oggi è mai stato oggetto di revoca da parte dell’Anac’. Quanto sopra osservato – afferma però Cantone – come è verificabile dal resoconto stenografico dell’audizione disponibile sul sito internet della Camera dei Deputati, non risponde a quanto da me affermato nel corso della seduta. Condivido quanto da Lei ricordato in merito al fatto che l’emergenza immigrazione non rappresenta un business per le amministrazioni locali tant’è che nel corso dell’audizione ho precisato che si tratta di ‘un grande affare in senso positivo, perché è anche un meccanismo di sviluppo economico, che tuttavia deve essere gestito con logiche di trasparenza che fino a questo momento non sempre sono state trovate negli appalti che abbiamo verificato'”.

“Non ritengo, dunque – prosegue Cantone – che le Amministrazioni facciano affari sull’accoglienza e dubito che le parole da me espresse in audizione possano essere interpretate in tal senso”.

Si passa poi allo specifico di Camelot: “Per quanto concerne la vicenda della Cooperativa Camelot – afferma Cantone -, come risulta evidente ancora una volta dal resoconto stenografico, le mie affermazioni sono pienamente in linea con quanto da Lei precisato nella Sua nota. Infatti, in Commissione ho osservato che l’Autorità ha ricevuto un esposto nel quale veniva segnalato un affidamento alla Cooperativa Camelot senza gara ed ha pertanto informato il Comune di Ferrara ‘il quale ha revocato l’affidamento, ha disposto e ha effettuato la gare, all’esito della quale, (…)la cooperativa Camelot sarebbe risultata vincitrice'”.

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