Economia e Lavoro
26 Novembre 2015
L'Usb Scuola ha deciso di intervenire contro i ritardi nell'erogazione delle retribuzioni dei precari

Supplenti senza stipendio: “Metteremo in mora gli istituti”

di Redazione | 2 min

usb scuola“Lasciare i precari, docenti e Ata, senza stipendio per mesi è ormai una regola a prescindere dalla riforma di turno che si abbatte catastroficamente sulla nostra scuola”.

Così Antonio Ferrucci dell’Unione Sindacale di Base (Usb) condanna le misure contenute nella riforma della ‘Buona Scuola’ del governo Renzi, “che se da un lato vanta migliaia di immissioni in ruolo e bonus da 500 euro elargiti agli insegnanti di ruolo, dall’altro si dimentica dei precari privandoli dello stipendio, non tenendo conto delle spese che devono affrontare quotidianamente, incluse quelle di spostamento per raggiungere il posto di lavoro”.

Secondo il sindacato in settembre sarebbero stati contrattati  “schiere di precari” per supplire ai posti vacanti (malattie, gravidanze o assenze dovute ad altri motivi) senza però aver visto fino a oggi “nemmeno l’ombra di un centesimo”. “Negli anni scorsi- riferisce l’Usb – la responsabilità veniva scaricata sulle segreterie scolastiche ma, dal momento che ora il pagamento avviene direttamente da parte del Mef, il problema è del governo che non effettua i dovuti stanziamenti”.

Inoltre “l’emissione speciale, annunciata per il 13 novembre, che avrebbe permesso di pagare le supplenze brevi svolte nei mesi di settembre e ottobre si è rivelata una bufala, e così a quanto pare quella annunciata per il 16 novembre”. Al sindacato continuano infatti ad arrivare segnalazioni da parte del personale precario di “contratti non registrati dal Miur e mai trasmessi al Mef, e dell’assenza dei cedolini corrispondenti alle mensilità non retribuite nel portale Noipa, cosa che lascia prevedere tempi lunghissimi di risoluzione del problema”.

Una “grave ingiustizia” contro la quale l’Usb ha deciso di intervenire “sia legalmente, con la messa in mora degli Istituti e l’organizzazione di ricorsi, sia mobilitando i lavoratori in momenti di protesta”.

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