Il capogruppo della Lega Nord, Alan Fabbri, denuncia le presunte “falle” nella sicurezza dell’aeroporto della città metropolitana, “Marconi”: per esempio, aveva sottolineato nei mesi scorsi Fabbri, “sulla sorveglianza delle recinzioni perimetrali dello scalo aeroportuale; la quale, quando non attuata da reparti dell’esercito, non verrebbe eseguita dalle guardie particolari giurate, così come prevede la vigente normativa (art. 3 comma 1 del DM 85/99)”. La sua interrogazione (firmata anche dal consigliere Ln, Daniele Marchetti), diretta alla giunta, ha ricevuto una risposta scritta, da parte dell’assessore con delega ai trasporti, Raffaele Donini, secondo cui “Abbiamo chiesto alla società di gestione dell’aeroporto le necessarie informazioni”.
Rifacendosi alle spiegazioni inviate in viale Aldo Moro da Nazareno Vendola, amministratore delegato della società in questione. La quale assicura che “i servizi di security aeroportuale – dicono Fabbri e Marchetti (Ln) – sono svolti prevalentemente in regime di gestione diretta del gestore, che si avvale di proprio personale”. Rimanendo però “l’insussistenza di poteri di polizia e di ordine pubblico in capo al gestore – si apprende – i servizi ancillari (servizi necessari a garantire la sicurezza; ndr) a supporto delle forze dell’ordine sono esternalizzati a società terze.» «La società si dice adempiente a quelle che sono le prescrizioni sulla formazione degli operatori e certificazione, rispetto alla regolamentazione dell’Enac – riporta Alan Fabbri – ma le risposte dell’assessore Donini, in una situazione in cui la sicurezza aeroportuale è fondamentale, per le complesse questioni internazionali (aggravate dagli attentati terroristici di Parigi), meritavano un grado maggiore di approfondimento. Inoltre, nonostante l’entrata in vigore del Regolamento UE, che ha modificato il dispositivo precedente, si è assistito ad anni di inerzia ed ancora la norma rimane inapplicata”.
Per la cronaca, il Ministero degli Interni avrebbe dovuto emettere un decreto per stabilire le procedure e le modalità, per far conseguire alle guardie giurate l’abilitazione all’impiego di unità cinofile anti-esplosivo, da impiegare negli aeroporti, in scali marittimi e stazioni ferroviarie, per i vari controlli di sicurezza. Come conseguenza di questa sostanziale impasse, secondo il Carroccio, rimane l’impossibilità per le società di gestione aereoportuale di sopperire alla carenza di unità cinofile delle Forze dell’Ordine, con quelle private che potrebbero viceversa essere condotte da guardie giurate.
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