Comacchio. Proseguono nelle scuole del territorio le attività di promozione della cultura della legalità e di prevenzione della criminalità mafiosa, inserite nel progetto “Quando Comunità fa rima con Civiltà e Legalità”, messo a punto dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione e finanziato dalla Regione Emilia Romagna.
Il progetto punta a sviluppare una cittadinanza responsabile e consapevole dei meccanismi di funzionamento dei fenomeni mafiosi. Il percorso formativo, realizzato in collaborazione con l’associazione Pereira, è rivolto principalmente alle scuole secondarie, ma sono state coinvolte anche le scuole primarie di Comacchio e Porto Garibaldi, grazie al laboratorio “La legalità nel piatto”.
Attraverso il supporto degli operatori Camst, in collaborazione con la cooperativa sociale Libera Terra, gli alunni hanno infatti potuto trovare in mensa nei giorni scorsi cibi preparati con prodotti coltivati nelle terre confiscate alla mafia. Ma non solo. Un’ora prima di recarsi in refettorio le classi sono state coinvolte in una serie di laboratori, animati dalla cooperativa sociale Girogirotondo, attraverso i quali hanno potuto approcciarsi in maniera più consapevole all’esperienza.
Sono stati, infatti, allestiti nelle scuole piccoli banchetti che simulavano la realtà di un mercato. A questo punto i piccoli “acquirenti” sono stati invitati a scegliere tra cibi provenienti da aziende segnate dalla criminalità organizzata e cibi invece prodotti da aziende libere da infiltrazioni mafiose. Scegliendo proprio quest’ultimi, i bambini hanno potuto creare il proprio menù solidale (primo, secondo, contorno e frutta) e hanno imparato a premiare quelle imprese che rispettano i principi di legalità.
La dinamicità dei laboratori de “La legalità nel piatto” si prefiggeva per l’appunto lo scopo di stimolare nei ragazzi la riflessione secondo cui le mafie possono influenzare diversi ambiti della vita quotidiana, ma che è comunque possibile contrastarle attraverso gesti semplici, che anche un bimbo può mettere in atto.
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