Cronaca
17 Novembre 2015
Unife studia la genetica per ricostruire la domesticazione dei suini

Nuove scoperte dal dna dei cinghiali

di Redazione | 2 min

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Giorgio Bertorelle

Giorgio Bertorelle

Com’è avvenuta la transizione dalle società di cacciatori e raccoglitori a quelle basate sull’allevamento e l’agricoltura? Nuove risposte per comprendere uno dei processi fondamentali nella storia della nostra specie viene da una ricerca, recentemente pubblicata sulla rivista Scientific Reports, coordinata da Giorgio Bertorelle del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara e da Martina Lari del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze. Lo studio si è avvalso, per le analisi archeozoologiche, del contributo di Matteo Romandini del Dipartimento di Studi Umanistici di Unife e, per l’inquadramento culturale, di Paola Visentini dei Civici Musei di Udine.

Spiega Bertorelle: “L’analisi genetica di campioni antichi di suini provenienti dal sito preistorico di Riparo Biarzo (Udine), di età compresa tra 7.000 e 13.000 anni fa, suggerisce che l’ipotesi corrente di una introduzione di maiali in Europa a partire da animali domesticati nella Mezzaluna Fertile potrebbe essere rimpiazzata da un modello che prevede una continuità diretta tra cinghiali e maiali europei. In base alle evidenze archeologiche finora note, la domesticazione delle razze suine europee a partire da esemplari selvatici è iniziata nel Vicino Oriente (Mezzaluna Fertile) circa 11.000 anni fa, e si è poi diffusa in tutta Europa. Però, a differenza di altri animali domestici come ad esempio capre e pecore, i cui progenitori selvatici sono presenti solo in aree circoscritte del Vicino e Medio Oriente, i cinghiali sono, ed erano, ampiamente diffusi in Europa”.

“Per questo motivo – prosegue Bertorelle – è molto difficile escludere a priori eventi di domesticazione anche nel nostro continente. Già studi precedenti avevano messo in luce un cambiamento nelle caratteristiche genetiche dei suini europei nelle fasi iniziali del Neolitico. Ciò era stato interpretato come un’introduzione in Europa di animali domesticati altrove. Dalle analisi effettuate in questo nuovo studio sul Dna dei campioni di Riparo di Biarzo, che coprono un intervallo di tempo di circa 6.000 anni a cavallo della transizione neolitica, è stato possibile dimostrare che le sequenze genetiche precedentemente associate all’arrivo dei maiali domesticati nella Mezzaluna Fertile erano, in realtà, già presenti in questa zona ben più di 2000 anni prima dello sviluppo della cultura neolitica e che cambiamenti repentini delle caratteristiche genetiche di questi animali possono essere avvenuti nel passato indipendentemente dall’azione dell’uomo”.

“Alla luce di questi dati – concludeo Bertorelle – la storia delle moderne razze suine europee potrebbe quindi essere semplificata in un continuo processo di domesticazione locale, senza la necessità di una brusca e improvvisa introduzione di animali esotici provenienti dal Vicino Oriente”.

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