Cronaca
13 Ottobre 2015
Peresani: "I nostri antenati hanno brillantemente superato momenti di grande difficoltà climatica"

Come sopportare il clima? Consigli dall’uomo di Neanderthal

di Redazione | 2 min

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Uno scavo a FumaneNuove importanti scoperte sull’uomo di Neanderthal proseguono dal gruppo di ricerca di Grotta di Fumane (VR), guidato da Marco Peresani del Dipartimento di Studi Umanistici, Sezione di Scienze Preistoriche e Antropologiche dell’Università di Ferrara.

Questa volta stiamo parlando dello studio condotto del paleontologo Juan Manuel Lopez Garcia dell’Università Rovira i Virgili di Tarragona (Spagna), recentemente inserito nel team di Fumane, i cui risultati pubblicati sulla prestigiosa rivista Quaternary Science Reviews attestano che le oscillazioni climatiche fra i 50.000 e i 35.000 anni fa non rientrano tra i fattori che causarono l’estinzione del Neandertal.

Commenta Peresani: “Dopo oltre tre mesi di lavoro di ricerca, basato su intensi studi al microscopio su denti e resti di piccoli roditori al fine di risalire alla loro classificazione, possiamo oggi affermare che l’uomo di Neanderthal ha brillantemente superato momenti di grande difficoltà climatica”.

“Abbiamo analizzato oltre 8.600 resti di topi, arvicole, ghiridi e altri piccoli roditori – prosegue Peresani – ritenuti affidabili indicatori del paleoambiente e delle condizioni climatiche esistite al tempo delle occupazioni neandertaliane e dei primi uomini anatomicamente moderni. La sequenza abbraccia una serie di oscillazioni climatiche, peraltro riconosciute su scala globale, responsabili di variazioni dei parametri (temperatura e precipitazioni) con conseguenze sulla densità forestale e sull’estensione degli spazi aperti. I dati acquisiti con questa ricerca sono quindi di estremo interesse per la paleoecologia del Paleolitico medio recente, del periodo Uluzziano e dell’Aurignaziano”.

Grotta di Fumane è uno dei maggiori siti archeologici preistorici d’Europa. Le ricche testimonianze conservate nei depositi di riempimento di questa cavità, oggetto di ricerche promosse nel 1988 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto e condotte dall’Università di Ferrara, rappresentano un eccezionale documento delle frequentazioni dell’uomo di Neanderthal e dei primi uomini moderni.

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