Cento
11 Ottobre 2015
Il comitato si difende dalle accuse di anonimato e prepara un attacco al sindaco per vie legali

Centesi Onesti: la replica a Lodi è un esposto a procura e Corte dei Conti

di Redazione | 3 min

unnamed (40)di Serena Vezzani

Cento. È giunto oggi (10 ottobre) l’appello di Mauro Bernardi, portavoce del Comitato Centesi Onesti, in risposta alle accuse di Lodi del 30 settembre scorso: “Siamo stati accusati di anonimato, di avere uno pseudonimo ridicolo, di politica basata su maldicenza, allusioni e disinformazione, di fare scempio della democrazia, quando abbiamo un sito web registrato e lo stesso sindaco si è contraddetto, dichiarando di sapere benissimo chi siamo. Non ci nascondiamo e nulla di ciò che facciamo non avviene alla luce del sole”.

Di anonimo, replica Bernardi, “c’è solo la fantasia di qualcuno a cui dà fastidio che a Cento già in luglio si sia formato un Comitato di persone che ha dichiarato di costituirsi per la lista delle prossime elettorali di maggio. Noi Centesi Onesti siamo una parte di quella cittadinanza che vuole risolvere le problematiche di Cento, e non abbiamo ritenuto ci fosse bisogno di una conferenza stampa per dichiararlo: lo dimostreranno i fatti”.

Il comitato Centesi Onesti si scaglia sulla vicenda di Palazzo Piombini, individuando poca chiarezza nelle operazioni che hanno determinato il trasferimento della sede del comune di Cento al civico 62/a, tra cui anche “la dichiarata non idoneità di tre suoi uffici, dopo un sopralluogo dell’Usl” e “il silenzio dei Vigili del Fuoco, anch’essi convocati in un sopralluogo.”

A questo proposito Bernardi spiega: “All’inizio di luglio 2015 ricevemmo, nella casella di posta elettronica del nostro sito, la mail di un cittadino che ci sfidava a porre pubblicamente, in quanto ‘Onesti’, otto quesiti riguardanti Palazzo Piombini. Domande sulle spese complessive previste, sull’affitto, riscaldamento e refrigerazione, su proposte, all’attuale presidente Fortini, di locali alternativi già predisposti per l’uso ufficio, dopo il sisma del maggio 2012, ma mai vagliate, e su ricerche di mercato mai effettuate. Noi le mettemmo sul sito del Comitato e le comunicammo ai rappresentanti dei mezzi d’informazione locali e provinciali, ma non c’è stata nessuna risposta da parte della Giunta Lodi. Almeno fino all’ultima riunione del consiglio comunale del 30 settembre”.

Riunione durante la quale Lodi si è rifiutato di rispondere alla prima domanda – la cifra precisa investita nella trasformazione degli appartamenti in uffici – in seguito a un errore del capogruppo Lega Nord Lorenzo Magagna che, ripetendo le domande del cittadino, ha trasformato “Palazzo Piombini” in “Palazzo Pannini”; e durante la quale Bernardi afferma si sia comportato da “mentitore pubblico”, eludendo a molte delle altre otto domande, e dichiarando una perizia dell’agenzia del territorio nella delibera 191 riguardo all’affitto dell’immobile, “mai avvenuta, perché fatta dall’ingegnere del Comune, dipendente di Lodi, come dimostrato dalla documentazione in nostro possesso, in cui i numeri di protocollo non sono citati e certe date non coincidono”.

“Coloro che ci accusano di anonimato avranno presto nostre notizie – promette Bernardi -. Ne prendiamo atto e faremo un esposto alla procura della Repubblica per falso in atto pubblico, alla Corte dei conti per danno erariale e alla guardia di Finanza”.

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