Eventi e cultura
11 Ottobre 2015
Al Teatro Abbado “Symphonie dramatique”, il primo appuntamento del ciclo Focus Québec

Romeo e Giulietta: eterno amore, eterna lotta

di Redazione | 3 min

di Federica Pezzoli

Come si può oggi rivisitare ancora una volta la storia d’amore più famosa e più tragica di tutti i tempi, “ché mai vicenda fu più dolorosa di quella di Giulietta e del suo Romeo”? La risposta della coreografa canadese Hélène Blackburn e della sua compagnia Cas Public è stata cercare un’angolazione differente, decostruire la storia e i temi per poi ricostruire diversi quadri, concentrandosi su nuove chiavi di lettura, dal punto di vista contenutistico e del linguaggio coreografico. Il risultato è “Symphonie dramatique”, andato in scena venerdì 9 ottobre, primo dei tre appuntamenti del ciclo Focus Québec, l’approfondimento dedicato dalla Fondazione Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara al vivace ambiente creativo del Canada francofono.

“Abbiamo lavorato intorno all’idea di Romeo e Giulietta”, considerandolo più un tema che una storia e trasformandolo da testo a pre-testo, spiega Hélène Blackburn nell’incontro con il pubblico al termine dello spettacolo coordinato da Monica Pavani. In “Symphonie dramatique” al centro non è più l’amore impossibile, ma il conflitto che lo ha reso tale: fra le famiglie, fra le fazioni cittadine, fra gli amanti stessi. Non a caso due momenti specifici sono dedicati alle figure di Mercuzio e Tebaldo. Nei tanti momenti di gruppo gli otto ballerini, cinque Romeo e tre Giulietta, danzano perfettamente all’unisono, ma non ci sono sguardi fra loro, ognuno balla singolarmente, senza dialogare con i compagni. Persino i pas de deux si sovrappongono fra loro, come se ciascuna coppia dovesse spodestare le altre, e anche all’interno della coppia è difficile dire se ciò che stiamo guardando è un abbraccio appassionato o una lotta senza quartiere.

(foto di Marco Caselli Nirmal)

I movimenti sono duri, veloci, violenti persino, fendono l’aria frenetici. I passi si susseguono a un ritmo quasi frastornante. È come se i ballerini in scena non si potessero permettere di abbassare la guardia, nemmeno per un secondo. E il pubblico è costretto così a dare ragione a Romeo quando grida: “Che! L’amore una coserella tenera? Più ruvida, più aspra, più violenta non ce n’è alcuna…e punge come spina”. Anche la conclusione viene rimaneggiata: non è dato sapere se la morte dei due amanti porterà la pace “nella bella Verona”. Il grande candelabro che aveva dominato per tutto lo spettacolo, illuminando le vicende che si svolgevano sotto di lui, con la morte di Giulietta si schianta al suolo spegnendo la luce, e forse anche la speranza, sul palcoscenico.

Questo rimescolamento, che dà origine a qualcosa di nuovo e diverso rispetto allo (s)punto di partenza, si ritrova anche nelle musiche, costruite da Martin Tétreault rimaneggiando Prokofiev, Tchaïkovski, Gounod e altri compositori, e nella tecnica usata: si passa dalle punte, al contemporaneo, all’hip hop, in una contaminazione senza soluzione di continuità. In certi passaggi gli interpreti usano addirittura più tecniche simultaneamente e se le braccia e il busto sono impegnati in isolamenti tipici dell’hip hop, le gambe si muovono secondo la tecnica del balletto.

Non solo, “Symphonie dramatique” è anche rimescolamento e compresenza di linguaggi: sul palco l’intensità della danza forte e fisica della compagnia Cas Public è accresciuta dalla compresenza del teatro, con la recitazione dei passi dell’opera shakespeariana, e delle videoproiezioni, che scandiscono i momenti dello spettacolo, quasi a voler guidare lo spettatore attraverso le innumerevoli intuizioni che lo spettacolo mette in scena. Insomma i 55 minuti di “Symphonie dramatique” ne valgono almeno 100 e Blackburn promette che sarà altrettanto per i prossimi appuntamenti con le altre compagnie di Focus Québec.

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