“Lo tsunami delle guerre: guerra, educazione e scuola”. È questo il tema del convegno internazionale che si aprirà nella giornata di martedì 13 ottobre, dalle ore 9 alle ore 19.30, per proseguire mercoledì 14 ottobre, dalle ore 9 alle ore 13.30 in Aula Magna del Dipartimento di Economia e management di Unife (via Voltapaletto, 11), organizzato da Stum, il Laboratorio di teoria e storia della scuola del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Ateneo, con il patrocinio di Cirse (Centro Italiano per la ricerca storico-educativa), Spes (Società di Politica Educazione e Storia) e Associazione Internazionale Species per studi comparati sull’educazione.
“In occasione del centenario della Grande Guerra – spiegano Luciana Bellatalla e Elena Marescotti, responsabili del Laboratorio Stum, e Giovanni Genovesi, presidente di Sspes – abbiamo ritenuto particolarmente rilevante e significativo invitare studiosi italiani e stranieri a riflettere sulla relazione tra educazione, scuola e condizioni di guerra, sollecitando tutti a rispondere ad una ineludibile domanda: in che rapporto stanno l’educazione e la guerra? Ovvero, è possibile educare là dove si vive in una condizione di insicurezza e di morte? Poiché le due guerre mondiali hanno caratterizzato il secolo appena passato e, in modo diverso, ma sempre importante, sono da vedere come lo spartiacque tra due modelli politici e culturali; poiché la condizione attuale di pace si regge di fatto su guerre locali molto diffuse, che interessano la comunità internazionale, le domande poste dal convegno saranno di grande attualità”.
A questi e ad altri quesiti daranno risposta docenti e studiosi sia italiani: da Carlo Bitossi, Unife, a Lucia Ariemmame, Università Federico II di Napoli; da Nicola S. Barbieri, Unimore, a Letterio Todaro, Università di Catania, senza dimenticare Piergiovanni Genovesi, Università di Parma, Simon Villani e Cetty Bella, Università di Catania, Angela Magnanini e Pasquale Moliterni, Università di Roma “Foro Italico”; sia provenienti dal Portogallo (Margarida Louro Felguiras), dalla Lettonia (Iveta Kestere), dalla Francia (Philippe Simon), dalla Svizzera (Damiano Matasci) e dalla Germania (Edwin Keiner).