Mesola. Il giorno dopo l’omicidio-suicidio che ha sconvolto la comunità di Mesola, il ritorno in Italia del terzo componente della famiglia, la moglie di M’Hamed Amine e madre di Hishrak Amine, sembra aver fatto luce sulle probabili motivazioni che hanno portato al tragico episodio di un padre di 50 anni che decide di uccidere la figlia di 21 con un’arma da fuoco per poi porre fine anche alla propria vita.
La donna, che si trovava all’estero in Marocco, una volta appresa la sconvolgente notizia, ha fatto subito ritorno a Mesola ed è stata sentita ieri mattina dagli inquirenti, ai quali ha confermato quanto si sospettava. I due coniugi erano infatti in fase di separazione dopo anni che non andavaano più d’accordo, una situazione che il marito M’Hamed non aveva evidentemente mai saputo accettare, al punto che nella sua mente dev’essere scattato qualcosa. La giovane figlia risultava essere molto legata alla madre, quasi come fossero sorelle (confermato anche dai vicini sentiti dai carabinieri), e anche questo al padre dev’essere apparso come un ulteriore insopportabile affronto, tanto da decidere di mettere fine alle vite di entrambe.
L’uomo avrebbe dovuto a breve recarsi in Marocco e raggiungere la moglie. Non un viaggio di piacere, ma necessario per mettere la sua firma sui documenti di separazione, dato che la coppia si era sposata in quel Paese. Un viaggio purtroppo mai intrapreso, che avrebbe forse potuto evitare la tragedia. Prima di compiere il suo gesto, M’Hamed non ha lasciato alcun messaggio o biglietto. L’unico messaggio è stato quello di due corpi senza vita a una madre distrutta dal dolore.