Pur apprezzando il fatto che la Russia si sia finalmente mossa (con Cina e Iran) nella crisi siriana per mettere fine ai sporchi progetti statunitensi nell’area mediorientale (con ripercussioni di non poco conto in ambito UE), la mia opinione su Putin non cambia di una virgola!
Infatti, se ha deciso di intervenire è unicamente per interesse e per riaffermare l’imperialismo russo a livello mondiale. Cosa positiva unicamente perché mette un freno a quello statunitense assicurando un certo equilibrio (seppure effimero) tra grandi potenze a livello internazionale.
Ho letto in questi giorni che si tratta di un grande statista e qui noto il pressapochismo di certa stampa. Un grande statista non è soltanto un uomo di Stato che si preoccupa del futuro del proprio paese, ma anche che opera in modo dialogante, conciliante e civile con le forze che gli sono opposte, proprio in virtù di voler rendere la propria nazione un luogo in cui le persone possano vivere in pace, serenità e armonia.
Putin viene dal KGB che non era certo una congregazione di benefattori e non si può certo dire che la Russia sia un paese in cui la gente comune possa vivere in pace, serenità e armonia. Putin conosce soltanto la legge del più forte, la democrazia non sa manco cosa sia e non esita a servirsi di metodi poco ortodossi per spazzare via i propri avversari. E poi dove sta tutta la popolarità di quest’uomo? La verità è che Putin è temuto dai propri concittadini, non certo amato!
Correa, il presidente del rinato Ecuador, Morales, il rivoluzionario presidente indio della Bolivia e anche altri leader meno conosciuti nel Sud del mondo, possono essere considerati autentici statisti perché amano davvero i loro paesi e si stanno impegnando con tutte le loro forze per farli uscire dall’inferno in cui l’Occidente li aveva relegati sfruttandone ogni ricchezza, ma anche ogni speranza in un futuro migliore.
Putin, sicuramente no! E i fatti lo dimostrano ampiamente!
Yvan Rettore