Lettere al Direttore
3 Ottobre 2015

Sap: “Non si vuol guardare in faccia la realtà”

di Redazione | 4 min

Preso atto dei recenti e gravissimi fatti di cronaca, nonché in relazione al dibattito politico sui temi della sicurezza, in qualità di addetti del settore sentiamo di dover sottoporre alcune questioni.

Lo facciamo affinché i cittadini possano avere un quadro più completo e meno condizionato da notizie che arrivano spesso di seconda mano se non “filtrate” da soggetti che, per un verso o per l’altro, trovano conveniente alimentare i contrasti oppure sminuire l’entità di talune problematiche.

Senza entrare nel merito dei singoli episodi (dei quali conseguentemente non parleremo), siamo costretti ad ammettere che la sicurezza garantita ai cittadini sta diminuendo in modo sensibile. L’opinione pubblica si è già ben accorta che la città non è più quella di 5/10 anni fa. Purtroppo temiamo che le cose vadano ulteriormente peggiorando per i motivi che andiamo ad esporre.

Le risorse destinate al Comparto Sicurezza sono in vertiginoso calo; mancano mezzi, le strutture sono vecchie, come vecchi sono i pochi uomini ancora in grado di effettuare il Controllo del Territorio. Ogni anno, tra pensionati e colleghi che non hanno più l’idoneità ai servizi operativi si perdono tante unità, nemmeno lontanamente rimpiazzate dai nuovi arrivati. Il 1° di questo mese sono arrivati a Ferrara 3 nuovi agenti a fronte di 5/6 elementi che lasceranno a vario titolo il servizio operativo. Il tutto in un contesto che vede gli organici già significativamente sotto numero.

Per fare un esempio di come vanno le cose, alla Questura di Ferrara è stato attribuito PER TUTTO L’ANNO un budget di 570 € (!!!!!!!) per la cancelleria, toner, carta, manutenzione etc.. Fa 1,5 € al giorno, vedete un po’ voi… Siccome tutto va in proporzione per uniformi, macchine, attrezzature, fondi per l’aggiornamento e l’addestramento, si può sperare di gestire la sicurezza con queste cifre?

Si potrebbe fare un po’ di populismo e ricordare che per ogni profugo (o presunto tale) vengono erogati 35 euro AL GIORNO. Moltiplichiamo per 365 e… beh, il calcolo fatelo voi.

Ci rattrista sentire le lamentele dei cittadini che ci avvicinano per sfogarsi o per manifestare perplessità, ma è di facile comprensione intuire che personale in divisa, durante lo svolgimento di un servizio è tenuto ad un atteggiamento istituzionale che raramente, però, corrisponde al suo sentire. Sentiamo cittadini letteralmente increduli di fronte alle costanti notizie di arresti ed immediate liberazioni. I poliziotti non possono farci nulla ed i magistrati applicano le Leggi che sono vigenti.

Veniamo da ripetuti decreti “svuota carceri” ed, allo stato attuale, finire in prigione per un arrestato è una possibilità remota e rara. La certezza della pena, in Italia è rimasta un modo di dire, una specie di ipotesi marginale.

Ciò non può non avere effetti pratici; molti stranieri di “dubbia onestà”, originari o provenienti da Paesi con normative più “stringenti” trovano in Italia un posto riparato dove praticare e gestire le loro faccenduole. La cosa è sotto gli occhi di tutti, non occorre rivelare chissà quale segreto.

Non possiamo, come premesso, dare notizie specifiche, ma corrisponde ad una realtà che ci viene confermata dai controlli quotidiani, il fatto che la maggioranza degli stranieri che commettono reati inerenti agli stupefacenti nella nota zona GAD, sono titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari. Nessuno dice che tutti i richiedenti asilo vendono la droga, ma è pur vero che la maggioranza degli spacciatori che fermiamo sono richiedenti asilo.

E’ pure un fatto, ben supportato dai numeri, che quando una Volante della Polizia od una Gazzella dei Carabinieri intervengono sul luogo dove è stato appena commesso un reato contro il patrimonio (furti, rapine, truffe etc.), praticamente sempre ci si trova di fronte a persone originarie dell’Est Europa. Ciò non vuol dire che il problema siano gli stranieri, è solo la presa d’atto che in percentuali altissime di casi simili ne troviamo di intenti in quest’attività.

Sono affermazioni dure, ma dura è la situazione. Ci sono due modi di non vedere la realtà: il primo è non essere in grado di vederla; il secondo è il non volerla vedere. Per chi si trova nella prima condizione, speriamo di aver fornito elementi utili alla conoscenza dello stato delle cose. Per chi si trova nella seconda posizione, forse si tratta di parole al vento.

Bene, detto questo e mentre altri si avvitano in controversie, noi andiamo avanti col nostro lavoro; noi ci ostiniamo a credere che a qualcosa servirà pure….

Luca Caprini, segretario provinciale Sap di Ferrara

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