Economia e Lavoro
3 Ottobre 2015
La Bce non ha dato l'ok all'operazione di salvataggio a causa delle differenze normative tra Italia e Ue

Carife, nuova proroga del commissariamento fino a fine novembre

di Ruggero Veronese | 2 min

OLYMPUS DIGITAL CAMERANuova proroga per il commissariamento di Carife, che potrebbe rimanere in amministrazione controllata fino al prossimo 27 novembre, in attesa che si sblocchi la situazione di impasse a livello normativo tra Italia e Unione Europea.

A darne la conferma ufficiale è un sintetico comunicato stampa apparso sul sito web della banca, in cui si legge che “la Banca d’Italia, su istanza dei Commissari Straordinari e con il parere favorevole del Comitato di Sorveglianza, con delibera del 22 settembre 2015, ha disposto la proroga della procedura di amministrazione straordinaria della Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.A., ai sensi dell’art. 70, comma 6, del TUB, per un termine massimo di due mesi, con decorrenza dal 27 settembre 2015. La gestione della Banca rimane affidata ai Commissari Straordinari dott. Giovanni Capitanio e prof. avv. Antonio Blandini”.

Le avvisaglie di questa decisione erano però nell’aria già da diversi mesi. Già da fine maggio il Sole 24 Ore poneva in dubbio le operazioni di salvataggio delle banche italiane (non solo Carife, ma anche Banca delle Marche e Popolare Etruria), a causa del mancato recepimento da parte dell’Italia della direttiva europea sul bail-in. Il salvataggio Carife si trova quindi in bilico in un ‘gap’ legislativo che dovrà essere risolto a livello nazionale (e principalmente dal Governo) rendendo di fatto ‘compatibili’ le normative italiane e quelle comunitarie.

Il bail-in, ricordiamo, consiste in un insieme di tutele per i creditori in caso di dissesto finanziario da parte di un paese o di un istituto bancario. È, in buona sostanza, il contrario del bail-out, ovvero delle procedure di salvataggio ‘dall’esterno’ messe in atto dagli stessi creditori di un ente, per aiutarlo a risollevarsi dalle difficoltà e riuscire pagare i propri debiti. Un caso tipico, a livello di istituzioni nazionali, è rappresentato dagli aiuti economici alla Grecia da parte del Fondo Monetario Internazionale e degli altri paesi dell’eurozona, mentre per quanto riguarda le istituzioni bancarie l’esempio principe è quello relativo al salvataggio e all’acquisizione della Merryl Lynch da parte della Bank of America, nel 2009, durante i primi ‘sconvolgimenti’ della crisi economica.

Le norme per il bail-in ora imposte dalla Bce sono indirizzate proprio a prevenire questo genere di salvataggi dall’esterno, imponendo ai correntisti e obbligazionisti che partecipano agli istituti con capitali superiori ai 100mila euro di contribuire attivamente alle operazioni di salvataggio. Il tutto si concretizzerà attraverso la creazione di specifici fondi, in cui gli istituti accantoneranno risorse in caso di dissesti improvvisi, che secondo le stime più diffuse dovrebbero gravare per circa un miliardo di euro all’anno fino al 2024.

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