“La stampa ci aiuti in una battaglia civile” chiede il rettore dell’Ateneo di Ferrara, Pasquale Nappi, ai rappresentanti delle testate locali, e la battaglia è quella di salvare e dare una nuova prospettiva all’Università a fronte di “finanziamenti sempre più ridotti”.
Il ‘grido di aiuto’, molto composto ma deciso è arrivato durante l’incontro per i 625 anni dell’Università di Ferrara inserito nel programma domenicale di Unifestival. Il timore è quello di una “regressione” in una nazione che ospita i più antichi atenei e che soffre per la “fuga di cervelli” i cui danni sono aumentati perché, oltre a portare le proprie competenze all’estero, fanno concorrenza alle università nelle quali quelle competenze hanno acquisito: “La perdita è doppia – osserva Nappi -. Sarebbe più giusto che rimanessero qui”. E il ruolo dei giornali diventa allora fondamentale per far conoscere questa situazione e, probabilmente, dare un impulso ai decisori politici affinché si muovano nelle giuste direzioni, valorizzando il ruolo fondamentale per l’Italia dell’alta formazione nel mondo odierno.
All’incontro, moderato da Andrea Maggi, responsabile dell’Ufficio comunicazione ed eventi di Unife, hanno partecipato Nicola Bianchi del Resto del Carlino, Sergio Gessi di Ferrara-Italia, Dalia Bighinati di Telestense, Stefano Ciervo per La Nuova Ferrara e Daniele Oppo per Estense.com. Si è parlato dei cambiamenti nel rapporto tra l’università, la città e i media negli ultimi anni, che hanno visto l’ateneo sempre più presente nell’ottica di creazione di una vera e propria città universitaria, ma anche di cosa i media locali si aspettano: meno formalità, più coinvolgimento, più percorsi per trovare le voci esperte provenienti dall’Università su tematiche locali e nazionali: insomma, nonostante il grande lavoro di comunicazione e divulgazione compiuto soprattutto negli ultimi anni, una sempre maggiore capacità di far uscire le competenze di Unife e renderle disponibili al di là delle attività accademiche.
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