Economia e Lavoro
25 Settembre 2015
Imbriani sarebbe il nuovo presidente. Maiarelli (Fondazione): "Fondo in stallo per via di Bruxelles e Roma, bisogna fare in fretta"

Carife, forse un nuovo Cda ma il futuro rimane incerto

di Redazione | 2 min

OLYMPUS DIGITAL CAMERACi sarebbe un nuovo Cda per Carife – anche se al momento sono solo indiscrezioni – ma rimane la grossa incertezza dovuta alla situazione di immobilità quasi forzata del Fondo Interbancario per procedere con il salvataggio.

Secondo i rumors raccolti dal quotidiano Il Messaggero il consiglio del Fondo Interbancario di tutela dei depositi (Fitd) avrebbe abbozzato un nuovo statuto per favorire il salvataggio di Cassa di risparmio di Ferrara (ma anche di Banca delle Marche e Banca Etruria) con nuove regole per consentire la sottoscrizione di aumenti di capitale attraverso un veicolo che in un primo momento verrà finanziato dalle banche mediante prestiti. Sempre secondo la ricostruzione del quotidiano romano si sarebbe provveduto a designare il nuovo Cda di Carife: la presidenza verrebbe affidata Cesare Imbriani (docente all’Università La Sapienza di Roma e consigliere di Fideuram). Con lui ci saranno l’amministratore delegato Bruno Bossina (Intesa San Paolo), mentre i tre consiglieri dovrebbero essere Francesco Micheli (oggi dg di Acea) Antonella Malinconico e Giuseppe Vidau.

“Non è arrivata alcuna conferma ufficiale quindi pur provenendo da un giornale autorevole al momento sono solo voci”, precisa Riccardo Maiarelli, presidente della Fondazione Carife. Maiarelli conferma però la costante preoccupazione per il futuro della Cassa, legata anche a quanto riportato dal Il Sole 24 Ore nella giornata di giovedì: una presunta – anche questa è una ricostruzione – fumata nera durante la riunione del Fondo perché mancano ancora i presupposti normativi e numeri certi per poter procedere con i piani di salvataggio di Carife, Banca Marche e Popolare Etruria. “La situazione di stallo – spiega Maiarelli – dipende da Bruxelles e anche da Roma, ma bisogna partire il prima possibile per evitare il rischio bail-in e, soprattutto, che ciò che è stato fatto finora venga vanificato: non si fanno ricavi e non si valorizzano i warrant”. In pratica: manca una normativa di riferimento, come spiega il quotidiano di Confindustria, per procedere davvero con il salvataggio.

Si spiega forse così anche la lettera del sindaco Tiziano Tagliani in cui parlava di segnali preoccupanti per il salvataggio di Carife e annunciava la volontà di attivarsi con il Governo e con i parlamentari ferraresi per agire con tempestività.

 

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