Masi Torello
22 Settembre 2015
Il sindaco Bizzarri: "Con la sospensiva del Tar abbiamo fatto il primo Gol"

Poste, la protesta di Masi a “Mi manda Rai Tre”

di Redazione | 3 min

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Schermata del 2015-09-21 16:34:49Masi Torello. La protesta della comunità di Masi Torello per la decisione di Poste Italiane di chiudere l’ufficio postale a Masi San Giacomo è approdata in televisione su Mi Manda Rai Tre.

Tra gli ospiti della puntata di lunedì 21 settembre, condotta da Elsa Di Gati, c’era anche infatti un combattivo Riccardo Bizzarri, sindaco di Masi che ha parlato delle azioni intraprese contro la società e affrontato anche un rappresentante di Poste, delegato alle relazioni con il pubblico.

“La cittadina è veramente molto piccola, 2.500 abitanti – spiega il sindaco  -. Quando ci è arrivata la comunicazione che una delle nostre poste sarebbe stata chiusa, senza tempi congrui, ci siamo mobilitati. Non abbiamo fatto altro che cominciare con lettera di diffida e una petizione. Poste ci ha trattato con sufficienza: l’ufficio postale doveva chiudere il 13 aprile e poi per motivi tenici la chiusura è stata sospesa, il 28 di agosto però ci è arrivata comunicazione che sarebbe chiuso il 7 settembre”. E così la decisione di fare ricorso al Tar “che in 12 ore ci ha dato una sospensiva cautelare, ordinando a Poste di riaprire: abbiamo fatto il primo gol”, afferma Bizzarri. “Siamo in attesa della conferma della cautelare (giovedì mattina) e sono ottimista e combattivo. Ho detto alle Poste che non sarei arretrato di un centimetro. Con i cittadini abbiamo scritto a Matterella e Renzi per far capire che, in fondo, il piccolo paese si salva anche con il presidio delle Poste. Io penso che non sia una questione economica, l’ufficio è aperto tre giorni a settimana e con un dipendete part-time, non è certo l’ufficio di Masi che crea problemi”.

Il problema nasce non solo dalla distanza del primo ufficio postale disponibile dopo la chiusura – “3,7 Km, senza mezzi pubblici per arrivarci e con una superstrada in mezzo” – ma anche dal fatto che “la percentuale di anziani over 65 supera il 50%, quindi la posta diventa fondamentale non solo per il servizio universale ma anche per le pensioni”.

Il rappresentante di Poste Italiane, Romolo Giacani, ha spiegato che si tratta di una “scelta aziendale”, effettuata anche per razionalizzare l’uso di denaro pubblico: “Siamo l’unico operatore in Europa che mantiene 13.550 uffici tutti di proprietà. Siamo per vocazione e per scelta un’azienda che vuole stare vicina alla gente: siamo più vicini di scuole elementari, carabinieri e presidi medici sul territorio. Ci sono delle regole, un contesto economico che cambia. Vogliamo essere vicini alla gente, anche con nuovi servizi – spiega Giacani -: la raccomandata può essere data al postino telematico, ci sono le app: dobbiamo investire su servizi che avranno un riscontro”.

Posizione non gradita da Bizzarri, che prima fa le pulci al piano: “Tende a dire che accompagnerà le famiglie verso il digitale, è un accompagnamento coatto e dovrebbe dire: ‘noi dobbiamo quotarci in borsa, vendere il 40% delle azioni e abbiamo necessità di snellire il sistema sportelli perché sarebbe più appetibile. Sono d’accordo, non sono ottuso, ma fate come Deutsche Post e tenete il 20% rinunciando ai 262 milioni di euro dallo Stato. Non può dire che avere 13.500 sportelli sono un problema- prosegue Bizzarri -, voi volete fare tutt’altro: raccolta e assicurativo”. Poi ribatte all’idea che il ‘postino telematico’ ideato dalla società possa risolvere tutti i problemi “Il postino telematico porta la posta a casa dove non c’è né Adsl né banda larga, stiamo scherzando”.

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