“Speriamo che l’Isis cominci dal museo della cultura lgbt di Berlino”. È la frase scritta su facebook da Andrea Rossi, 48 anni, esponente del mondo cattolico ferrarese e componente dell’Udc locale, all’interno del quale riveste l’incarico di responsabile del Dipartimento Formazione.
Una frase che è costata a Rossi, dottore di ricerca in storia militare e cultore della materia presso la cattedra di storia contemporanea dell’Università di Ferrara, un ‘cartellino giallo’ da parte della più conosciuta piattaforma social.
A renderlo noto (per la verità un paio di settimane fa, ma ne siamo venuti a conoscenza solo ora) è lo stesso Rossi, che dopo l’ammonizione di Palo Alto ha inviato ai propri amici telematici una foto con la spiegazione di quanto successo: “ciao, mi hanno bloccato il profilo per una settimana per aver fatto un commento di solidarietà a Massimo Introvigne. Dire ‘speriamo che l’Isis cominci dal museo della cultura lgbt di Berlino’ è suscettibile di bannamento. Come era quella cosa che non esistono le lobby?”.
Per la cronaca Massimo Introvigne è il sociologo fondatore del Centro Studi sulle Nuove Religioni. Il museo di Berlino è lo Schwules Museum, dedicato alla storia dell’omosessualità e alla vita degli omosessuali.
A mente fredda, una volta riammesso su Facebook, Rossi concederà una leggera marcia indietro, parlando di “provocazione gratuita”.
Nel frattempo più di un attestato di solidarietà gli era piovuto nel magma dei commenti del social network. Come quello della Community La croce, gruppo che si ispira al quotidiano diretto da Adinolfi, che contesta la democrazia del gioiello di Zuckerberg. “Andrea Rossi di nuovo bloccato da Facebook – scrive la community, lasciando intendere che non si tratta del primo ‘peccato’ -, questa volta per una settimana per una battuta contro gli lgbt. Che dire Andrea, e tutto questo senza una legge contro l’omofobia… tieni duro. Come ben ci ha spiegato il grandissimo prof. Roberto De Mattei, il bene il giusto il vero si propagano e fanno molto più breccia del male”.
In attesa della propagazione ecumenica, arriva il commento dello stesso Rossi a Estense.com. “La vicenda, oggettivamente spiacevole, ha comunque avuto un risvolto positivo – afferma l’esponente Udc -: ho avuto attestazioni di solidarietà da molte persone (diverse delle quali su posizioni totalmente diverse dalle mie), le quali hanno trovato disdicevole la censura all’espressione delle idee”.
Infine, in riferimento a un intervento contro di lui espresso in una discussione sul profilo di Mario Adinolfi e segnalato invano ai gestori del social: “sarei felice che Facebook riservasse altrettanta attenzione a chi, nei mesi scorsi, mi ha augurato di finire come Mussolini a piazzale Loreto”.