Cronaca
6 Settembre 2015
I carabinieri hanno chiesto copia degli atti in Comune. La coop: "Clima di diffidenza, decideremo come tutelarci"

Affidamenti a Camelot, la procura apre un’inchiesta

di Ruggero Veronese | 4 min

unnamedLa procura di Ferrara ha aperto un’inchiesta per indagare sui rapporti tra il Comune di Ferrara e la cooperativa sociale Camelot, già al centro della bufera nelle ultime settimane dopo l’intervento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione che ha portato alla revoca dell’affidamento del servizio Sprar. Un’indagine condotta da carabinieri e guardia di finanza, sotto la guida dal procuratore generale Bruno Cherchi e dal sostituto Stefano Longhi, che punta a far luce sulle modalità con cui Camelot negli ultimi anni ha ricevuto in gestione lavori per milioni di euro (quattro solo nel biennio 2013-2014, come scrivevamo un anno fa su queste pagine) e sulla regolarità degli affidamenti.

Malgrado le recenti polemiche sulla coop Camelot, che dovrà partecipare a una gara pubblica per poter tornare a gestire il servizio Sprar per i richiedenti asilo, l’indagine è già in corso da diversi mesi. Lo conferma a Estense.com lo stesso sindaco Tiziano Tagliani, secondo il quale “qualche mese fa i carabinieri ci hanno chiesto copia degli atti che riguardano i rapporti tra il Comune e Camelot, e abbiamo fornito loro tutta la documentazione. Non solo quella sui programmi di accoglienza, ma su tutti gli affidamenti e gli appalti in gestione alla cooperativa”. Non risultano al momento nomi di indagati o ipotesi di reato ben definite, dal momento che il fascicolo della procura è iscritto a Modello 45, ovvero nel “registro degli atti non costituenti notizie di reato”: in sostanza si indaga per capire se dietro dietro all’effettivo strapotere di Camelot nel campo dei servizi sociali (basti pensare che era l’unica cooperativa sul territorio in grado di soddisfare i requisiti di accesso per l’ultimo bando Asp), ci possano anche essere stati comportamenti di rilievo penale.

L’amministrazione comunale, dal canto suo, per il momento si dichiara serena e fiduciosa nel lavoro della magistratura. A partire da Tagliani: “Siamo assolutamente tranquilli – afferma il sindaco – e speriamo chele decisioni della procura arrivino in tempi veloci, in modo da dimostrare la correttezza dell’operato del nostro ente. E, qualora ci fossero delle responsabilità, per individuare le persone interessate. Ma personalmente confido nel buon operato della nostra amministrazione e sono sicuro che tutto sia stato fatto nel pieno rispetto delle regole e nella legalità”.

Più amareggiata, oltre che più sorpresa, è la presidente della coop Camelot Anna Baldoni: “Ho appena saputo di questa inchiesta, non eravamo stati contattati da nessuno. È un fatto che mi lascia profondamente dispiaciuta perchè so che non porterà a nulla, ma queste vicende stanno pesando molto sulla nostra cooperativa. Davvero non ce lo meritiamo”. Secondo la Baldoni, l’inchiesta potrebbe essere stata alimentata più da voci di corrodio e azioni politiche – a partire dalle interrogazioni consigliari di Francesco Rendine sugli affidamenti diretti, per arrivare ai recenti esposti della Lega sul bando Asp – che da vere notizie di reato: “Un clima di sfiducia? Si, il tema è questo. Parliamo di qualcosa che non esiste, noi siamo un impresa che partecipa a gare di appalto e che ha ricevuto affidamenti da un ente locale come il Comune di Ferrara che è un ente serio. È per questo che la vicenda mi colpisce in questo modo: sembra che ci sia la voglia di trovare per forza qualcosa che non va nella nostra attività”. Un pensiero di cui la Baldoni si dichiara profondamente convinta, al punto da non escludere azioni di rivalsa quando l’inchiesta sarà terminata: “Ci sono tante persone in gioco in questa vicenda, in modo più evidente o ‘sotterraneo’. Adesso ci dovremo confrontare con i nostri soci, perchè quello che sta succedendo merita riflessioni ulteriori e quello che avevamo deciso fino a ieri dovrà essere in qualche modo rivisto. In questi giorni procederemo per decidere come tutelarci. Di sicuro io sono tranquilla e non ho niente da nascondere: le nostre porte sono aperte e chiunque può venire a vedere come lavoriamo”.

Oltre alle dichiarazioni della presidente a Estense.com, arriva anche una nota ufficiale della società: “La Cooperativa Camelot ritenendo di aver sempre agito nella massima correttezza, attenendosi scrupolosamente alle procedure di gara e rispettando le regole previste dai diversi iter amministrativi, dichiara la propria completa disponibilità a fornire ogni elemento possibile alla magistratura nella speranza che si possa giungere nel più breve tempo possibile alla conclusione dell’indagine in corso”.

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