Lettere al Direttore
5 Settembre 2015

Aylan e i nostri figli

di Redazione | 3 min

Vedendo l’immagine di quel corpicino di un bambino annegato, adagiato sul bagnasciuga di una spiaggia del mar mediterraneo, mi monta un senso di profondo dispiacere e, soprattutto, di impotenza. E mi chiedo perché?

Sono tanto più toccato nei miei sentimenti più profondi, in quanto alcuni anni fa ho avuto la fortuna di adottare una bimba che veniva da terre lontane, come dono d’amore di Madre Teresa; lei aveva, allora, circa la stessa età di Aylan ed oggi è una donna felicemente sposata.

Perché la vita ha riservato a questo innocente, ed al fratellino maggiore, una sorte così crudele?

La sua famiglia di sicuro era scappata da una guerra sperando di dare un futuro migliore ai propri figli.

Ma assieme a questi casi di disperazione a causa di guerre, si mescolano anche pletore di persone provenienti da un continente, l’Africa, che ha potenzialità enormi ma che non vengono sfruttate, oppure non possono essere sfruttate, per biechi interessi economico-politici-religiosi, costringendo molti uomini e donne ad un’”invasione al momento pacifica” di un altro continente, l’Europa, con la loro speranza di migliorare le proprie condizioni di vita.

Non sono sicuro, ma ritengo che dietro a tutto ciò vi sia un preciso disegno di creare un nuovo assetto mondiale. La religione, molto probabilmente, è la copertura come tentativo per islamizzare il vecchio continente, come è stato tentato regolarmente, nel passato, nel corso di questi ultimi quindici secoli.

Fino ad ora, però, ha funzionato da deterrente e difesa l’autorità morale della chiesa (nel bene ma anche nel male, purtroppo!) oppure la potenza militare dell’impero. Ai nostri giorni tutto ciò non c’è più e flussi sempre più ingenti di persone partono dalle loro terre, certi che l’Europa sarà “costretta” a dare loro accoglienza, in quanto divisa ed incerta di fronte al nuovo fenomeno dell’emigrazione di massa, ai nostri giorni, reputo, appena all’inizio.

Un grande uomo di chiesa, il compianto Card. Giacomo Biffi, ha visto lontano quindici anni fa, quando invitava a tenere alta la guardia di fronte al fenomeno, allora appena accennato, affermando che il processo di globalizzazione sarebbe stato irreversibile, ma che, comunque, sarebbe stato meglio, per l’Europa, accogliere immigrati di religione cristiana, motivando tali sue affermazioni, alquanto provocatorie, benché molto ben giustificate e circostanziate.

Oggi i politici, ed anche parecchi uomini di chiesa, sono incerti e balbettanti di fronte ad un fenomeno che va via, via espandendosi, e si ha l’impressione che vogliano rifarsi la coscienza con un falso buonismo di maniera ed un modo di accoglienza che, forse, è più interessato ai risvolti economici (casi di corruzione se ne possono citare; e di poca trasparenza, pure: Camelot, per esempio, con movimenti milionari giustificati solo dall’emergenza). Perché dare accoglienza a chi non si può accogliere, facendone un diseredato e disperato in un ambiente che non è il suo, quando si potrebbero aiutare le persone nel loro ambiente naturale? Ma allora le varie “coop. sociali”, volontariato, caritas, e quant’altro, dove troverebbero risorse economiche così floride: più che dal commercio della droga (cfr.Buzzi).

Ma i politici europei, non si rendono ancora conto di questo processo in corso?

Perché costoro stanno, di fatto, rendendo vita difficile alle nostre future generazioni?

Forse anche i nostri figli dovranno fare la stessa fine di Aylan, negli anni futuri?

E’ questo che si vuole?

Magari avessimo risorse finanziarie e tecniche per poter salvare tanta gente, che negli anni a venire sarà certamente in ulteriore aumento. Ma così non è; e se non si prenderanno seri provvedimenti (che, certamente, non sono la ripartizione delle quote o altre baggianate simili) tendenti ad aiutare le popolazioni del medio oriente e del continente africano nelle loro terre, tra qualche decennio l’Europa sarà islamizzata, con tutte le conseguenze prefigurate dal Card. Biffi, che è stato insultato e deriso dai comunisti, allora, mentre oggi i loro eredi politici sono diventati buonisti e accoglienti, con conseguenze future prevedibilmente molto pesanti per le nostre società.

Lettera firmata

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